Una donna di 44 anni è morta per le conseguenze di una puntura di un insetto. E il fratello si scaglia contro l'ospedale dove la donna era in...
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Nei giorni successivi, però, le condizioni della 44enne peggiorano: il piede era sempre più gonfio e dolorante. Così accompagnata dal figlio torna in ospedale. Ha la febbre e per scongiurare che fosse affetta da Coronavirus i medici la sottopongono al tampone, che risulta negativo. «Viene ricoverata in Medicina generale e là inizia il calvario - dice il fratello -. Non ci hanno permesso di vederla. Continuavano a dirci che non era permesso per via delle misure anti contagio. Dopo tre giorni trascorsi con gli stessi vestiti, senza potersi cambiare e lavare, un'altra delle mie sorelle è riuscita a entrare per pulirla, ma è stata cacciata in malo modo». Le comunicazioni avvengono tramite cellulare. Chiamate e messaggi vocali su Whatsapp. «L'hanno sottoposta a cinque tamponi per il Covid-19, risultati tutti negativi. Piangeva al telefono, era sempre più stanca, il piede e il polpaccio sempre più gonfi e neri. Negli ultimi giorni non riusciva neppure a stare sulle gambe. Poi l'ultima chiamata, in cui balbettava». Nei giorni di ricovero in ospedale, sempre secondo il racconto dei familiari, le condizioni della giovane donna peggiorano rapidamente. «Aveva perdite di sangue e il 9 giugno in un messaggio inviato alle 12.48 ci dice che ha un fortissimo mal di testa e che l'infermiere le aveva detto che le avrebbe dato una tachipirina. Quel pomeriggio mia sorella viene operata per un'embolia al cervello e dopo ricoverata in Rianimazione».
Lo scorso 17 giugno il tragico epilogo. «Elisabetta stava benissimo, era sana come un pesce - dice adesso Pietro -.
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Il Gazzettino