Pubblica amministrazione, ecco cosa cambia con la riforma

Pubblica amministrazione, ecco cosa cambia con la riforma
La riforma della Pubblica Amministrazione è diventata legge dopo il via libera dall'Aula del Senato. Tra le principali...

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La riforma della Pubblica Amministrazione è diventata legge dopo il via libera dall'Aula del Senato.




Tra le principali misure, spicca la stretta sui dirigenti: gli incarichi non saranno più a vita e sarà prevista la possibilità di essere licenziati se l'ultimo incarico ricoperto viene valutato negativamente. Carriera e retribuzione verranno inoltre valutate in base al merito. Introdotto anche lo stop ai dirigenti condannati dalla Corte dei Conti.



L'emendamento, presentato dal Movimento 5 Stelle e approvato ieri in tarda serata, prevede la revoca o il divieto dell'incarico, in settori sensibili ed esposti al rischio di corruzione, ai dirigenti condannati dalla Corte dei conti, anche in via non definitiva, al risarcimento del danno erariale per condotte dolose.



Dietrofront, invece, sulla norma cosiddetta “valuta-atenei” che introduceva nei concorsi pubblici il criterio del peso dell'università in cui ci si è laureati.



Tra le principali novità del passaggio a Montecitorio c'è anche il trasferimento di funzioni, mezzi e risorse antincendio dal Corpo forestale dello Stato ai Vigili del fuoco nell'ambito del previsto assorbimento della Forestale in un'altra Forza di polizia.



Istituito il numero unico europeo per le emergenze (112) su tutto il territorio nazionale con centrali operative regionali. Si tratta di un numero telefonico valido per tutta l'Unione Europea che l'Italia non aveva ancora attuato subendo una procedura di infrazione europea nel 2006.



Le funzioni del pubblico registro automobilistico passano dall'Aci al ministero dei Trasporti a cui fa già capo la motorizzazione.



Esteso a 90 giorni (dagli iniziali 60) il termine per far scattare il meccanismo del silenzio-assenso nelle questioni che coinvolgono le amministrazioni pubbliche in materia di ambiente e beni culturali.



Via libera anche alla soppressione delle Autorità indipendenti se le loro funzioni si sovrappongono a quelle degli uffici ministeriali. Sulle Authority arriva anche il livellamento degli stipendi dei dipendenti per avvicinare i trattamenti a quelli delle altre amministrazioni pubbliche con l'introduzione di “criteri omogenei” per il finanziamento delle stesse Autorità garanti.



Ancora, arriva il taglio del 50% dei tempi burocratici per le grandi opere.



Sul fronte delle Camere di commercio è previsto il taglio da 105 a 60. Nell'opera di riduzione si dovrà tenere conto della soglia dimensionale minima di 75 mila imprese iscritte o annotate nel Registro delle imprese. Soglia che nel testo uscito dal Senato era stata fissata a quota 80 mila.



Cura dimagrante anche per gli uffici “periferici” dello Stato, a cominciare dalle Prefetture con la nascita del nuovo Ufficio territoriale unico.



Nuovi poteri di controllo alla presidenza del Consiglio, in primis sulle Agenzie fiscali e sulle nomine dei manager pubblici.



Infine, scompare la figura dei segretari comunali, ma per tre anni potranno svolgere la stessa funzione pur essendo confluiti nel ruolo dei dirigenti locali.

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Il Gazzettino