Capire la complessità della giustizia italiana non è facile. Per farlo forse basta raccontare quello che accade nelle aule di giustizia, dove ogni giorno si...
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«In definitiva – si legge - la sentenza impugnata è stata emessa sulla base di una erronea dichiarazione di irreperibilità dell’imputato e di una conseguente erronea dichiarazione di contumacia, le quali hanno comportato una palese ed evidente violazione del diritto di difesa del medesimo». Una difesa davvero lunga per l’albanese, che dopo la prima sentenza di condanna del Tribunale nel 2003, ha ottenuto una riqualificazione del reato in Appello, nel 2011, da rapina in furto in abitazione aggravata con la concessione delle attenuanti generiche e la rideterminazione della pena ad un anno e 6 mesi di reclusione e 450 euro di multa. L’uomo, con tre alias, sarebbe entrato la notte del 13 agosto del 2001 in casa di un noto imprenditore teramano, l’avrebbe narcotizzato e poi gli avrebbe rubato l’auto e 500mila lire oltre ad un telefono Nokia. Le date di questa vicenda parlano da sole. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino