Primo maggio, scontri a Torino tra No Tav e polizia: 3 feriti. A Bologna 30.000 in corteo pacifico

Un'Europa dei diritti e del lavoro: è la richiesta partita dagli oltre 30mila manifestanti riuniti a Bologna la cui piazza è tornata, dopo 17 anni, ad ospitare...

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Un'Europa dei diritti e del lavoro: è la richiesta partita dagli oltre 30mila manifestanti riuniti a Bologna la cui piazza è tornata, dopo 17 anni, ad ospitare la manifestazione nazionale dei sindacati Cgil, Cisl e Uil indetta per il primo maggio. Una festa del lavoro scandita dalle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ribadito la centralità del lavoro come diritto, e dall'appello del leader della Cgil Maurizio Landini all'unità sindacale e ai valori dell'antifascismo.


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Tensioni invece al corteo del primo maggio a Torino tra forze dell'ordine e un gruppo di No Tav. Scontri e tafferugli in seguito ai quali due manifestanti e un poliziotto sono rimasti feriti, non gravemente, mentre altre persone sono rimaste contuse o lievemente ferite. Ma tensioni e scambi di accuse tra Pd e M5s hanno caratterizzato una buona parte del corteo torinese. «Un gruppo di manifestanti No Tav, tra cui consiglieri comunali e regionali del M5S hanno aggredito verbalmente e fisicamente esponenti e militanti del Pd prima di essere allontanati dalle forze dell'ordine», accusa Davide Gariglio, deputato Pd presente alla manifestazione nel capoluogo piemontese. Mentre di 'vergognosa carica a freddò parla Damiano Carretto, consigliere comunale dei 5 Stelle di Torino, che è stato colpito alla testa e a una mano durante gli scontri fra la polizia e i manifestanti No Tav.

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Pacifico il corteo di Bologna. Al debutto da segretario generale Cgil nella festa del primo maggio, nella sua Emilia, Landini ha auspicato l'apertura di una fase nuova per il Paese. Il suo appello all'unità sindacale è stato raccolto da Carmelo Barbagallo (Uil), che l'ha definita «molla» per il rilancio del Paese, e da Anna Maria Furlan (Cisl), che ha evidenziato un'Italia «bloccata» che deve «cambiare rotta». Riconosciuto che l'aumento dello 0,1 del Pil è «meglio che niente», Landini ha sottolineato che il Paese continua «a essere indietro», non lesinando stoccate al Governo, «lo stesso che ha fatto un Def qualche settimana fa dicendo che non si cresce come si prevedeva», e in particolare al vicepremier Matteo Salvini. «Non chiuda i porti - gli ha gridato dalla piazza - ma le sedi di Casapound». E ancora, la sicurezza non è fare «le leggi per armarci e difenderci», ma è «quella di non morire sul lavoro».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino