Concertone primo maggio, Pelù attacca Renzi: boy scout di Gelli

Pelù al concertone
Un concerto sobrio, senza ospiti internazionali. In una piazza dove sono presenti più disoccupati che occupati, nel giorno della Festa dei Lavoratori. In piazza San Giovanni e...

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Un concerto sobrio, senza ospiti internazionali. In una piazza dove sono presenti più disoccupati che occupati, nel giorno della Festa dei Lavoratori. In piazza San Giovanni e nelle vie limitrofe c'erano quasi un milione di persone ieri assistere al tradizionale Concertone del Primo maggio, secondo gli organizzatori. San Giovanni si è andata riempiendo per tutto il pomeriggio raggiungendo il culmine durante la prima serata con Tiromancino, Pelù, Rocco Hunt e Clementino.






Scatenato Pelù durante la sua performance sul palco: contro Renzi, contro le toghe rosse che hanno condannato Berlusconi ai servizi sociali, contro la disoccupazione. «Gli F35 rubano i soldi a scuole e ospedali. Non vogliamo elemosine da 80 euro, vogliamo lavoro», ha attaccato il rocker fiorentino.







«Il non eletto, ovvero sia il boyscout di Licio Gelli - ha continuato l'ex cantante dei Litfiba - deve capire che in Italia c'è un grande nemico, un nemico interno che si chiama disoccupazione, corruzione, voto di scambio, mafia, camorra, 'ndrangheta. La nostra è una guerra interna, il nemico è dentro di noi, forse siamo noi». Pelù si scaglia anche contro la guerra «gli unici cannoni che ammetto sono quelli che dovrebbe fumarsi Carlo Giovanardi». «Maledette toghe rosse, giù le mani da Silvio, giù le mani da Marcellino. Dell'Utri torna, ti prego torna», ha aggiunto ironico Pelù.



«Pagherò le conseguenze di quello che ho detto ma non me ne frega nulla. Questi ragazzi hanno bisogno di sentire qualcuno che dica certe cose. Ormai i mezzi di distrazione di massa sono compatti sulla propaganda. Ci vuole una voce fuori dal coro», ha poi detto Pelù subito dopo la sua esibizione. «Stasera non ho detto nulla, ero posseduto dal ribelle che è dentro di me - ha ironizzato il rocker fiorentino - e comunque la cartina di tornasole è mia madre: mi ha chiamato e mi ha confermato "hai detto tutto bene"».



Prima di Pelù un concertone fatto di contenuti e storie raccontate, come quella di Elisa Claps, che ha chiuso la prima parte della maratona musicale. Il 1° maggio di Piazza San Giovanni a Roma, nonostante la crisi, nonostante il moltiplicarsi di eventi analoghi in altre città - primo tra tutti quello di Taranto - continua ad essere il catalizzatore per migliaia di giovani che si sono riversati oggi nella piazza.



La lunga maratona si è aperta con le band emergenti del contest 1Mfestival. Poi a riscaldare la folla sono arrivati i Modena City Ramblers con il loro omaggio a Peppino Impastato. Poi sono saliti sul palco Francesco Di Bella, Velvet, Taranproject e Daniele Ronda, Levante, Agricantus, Statuto, Kachupa, P-funkin band, Riccardo Sinigallia.



«Ci vorrebbe una festa del Primo Maggio tutti i giorni, come anche l'8 marzo. Questa platea ha voglia di ridere, ma fino a quando avrà voglia di farlo?». Dario Vergassola, mette per un attimo i panni dell'istrione nel backstage del palco di San Giovanni. «Quando ero giovane io in qualche modo la sfangavi, ma ora in questa piazza ci sono più disoccupati che occupati. È un disastro. Non so cosa faranno Grillo o Renzi, ma non mi sembra di vedere niente di buono». Poi torna ironico come al solito prima di risalire sul palco a condurre la lunga maratona musicale: «Come dice mia moglie, finché non se ne accorgono, vado a far finta».



«Ci sono tante feste per il 1 Maggio ma questa piazza rimane il punto di partenza», dice Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, che in serata è arrivata a San Giovanni. «Negli ultimi anni era venuto un po' meno il senso di questo evento: troppa, troppa musica. Ma non è questo il nostro ruolo - ha continuato il leader Cgil, che l'anno scorso aveva definito l'evento datato - quello che stiamo recuperando è la costruzione di una relazione. Il nostro deve essere un messaggio di presenza. Stiamo tornando all'antico, a parlare di storie e di lavoro».



«Volete che la chiesa dove è stata uccisa Elisa Claps venga riaperta o che venga trasformata in un centro antiviolenza?». È stata la provocazione lanciata alla piazza da Federica Sciarelli. La conduttrice di ''Chi l'ha visto'' nel suo intervento dal palco del concertone ha ricordato la ragazza di Potenza scomparsa nel 1993 a sedici anni i cui resti sono stati ritrovati nella chiesa della Santissima Trinità solo nel 2010.



Su invito di Edoardo Leo il pubblico ha poi rispettato un minuto di silenzio per i morti sul lavoro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino