Gesù canta "Bella Ciao" e la rete si divide. «Quando il 25 aprile è nella Settimana di Pasqua...»: così don Giovanni Berti,...
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«Pasqua di resurrezione e di liberazione - commenta il sacerdote - dalla morte e da tutte le sue manifestazioni: guerra, odio, persecuzione, divisione, razzismo, distruzione...il 25 aprile celebra per la nostra nazione italiana la libertà ritrovata e l'inizio di un cammino mai terminato di liberazione... come mai concluso è il cammino di liberazione dell'umanità iniziato la mattina della resurrezione di Cristo...».
La rete si divide: molti i commenti postivi al post ma alcuni contestano invece la scelta. «Grande Gioba - si legge in un commento che richiama il nome d'arte del sacerdote-disegnatore - di grande estro sempre». «Il cristianesimo che mi piace, grande!!», si legge in un altro post. Ma qualcuno non gradisce l'accostamento tra la Pasqua e il 25 aprile: «Fare meno politica ironica ed essere più Cristiani sarebbe l'ideale. Il bella ciao lo dovresti cantare al demonio», è una delle critiche. Un altro invece associa al suo commento la storia di Rolando Rivi, un seminarista cattolico ucciso nel 1945 dai partigiani, e proclamato beato dalla Chiesa.
Don Giovanni Berti, che ha di recente pubblicato insieme a Lorenzo Galliani il libro 'Nella vignetta del Signore', veneto di nascita e ora parroco a Moniga del Garda, nel bresciano, presentandosi sul suo sito web spiega: «Anche le pagine del Vangelo sono fonte di ispirazione, non per banalizzare il messaggio che contengono, ma al contrario per cogliere la potenza di gioia che è nascosta nella storia di Gesù». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino