È un dramma nel dramma. Quello di una famiglia che giorni non sa ancora esattamente come sia morto suo figlio e soprattutto non può ancora andare al suo capezzale...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sono trascorsi già sei giorni da quando Michele Romano ha perso la vita precipitando dal tetto del terminal 1 dell’aeroporto di Barcellona. Cinque da quando la famiglia, attraverso uno scarno comunicato inviato dal Consolato italiano in Spagna, hanno comunicato ai genitori l’avvenuta tragedia.
Le indagini sull’incidente stanno andando per le lunghe più del previsto. I genitori aspettano che le autorità spagnole dissequestrino la salma, come ha stabilito l’indagine della magistratura catalana, per poter effettuare il riconoscimento e firmare tutti i documenti per il rimpatrio. Non c’è una data certa, non si conosce il giorno dell’autopsia, forse oggi o domani. Quando l’unità di crisi della Farnesina lo comunicherà ai genitori, che da giovedì scorso sono chiusi nella loro abitazione di via Serva, papà Pierluigi e mamma Loredana potranno partire per la Spagna. «Non hanno ancora raggiunto il figlio - ha confermato il legale di famiglia, l’avvocato Lucio Marziale - perché comunque l’indagine in corso non gli avrebbe consentito di accedere all’obitorio per vedere il corpo del ragazzo. La salma è a disposizione della autorità spagnole sino all’autopsia, si dovrà attendere l’iter giudiziario per effettuare il triste riconoscimento. Non possiamo far altro che restare in attesa».
Isola del Liri vive ed ha vissuto questi giorni con grande angoscia per la perdita di un ragazzo buono e gentile. Michele aveva lavorato per molti locali del centro città ad Isola del Liri, tutti i titolari dove aveva prestato i suoi servizi all’unisono hanno confermato che Michele era «un pezzo di pane, un ragazzo d’oro». Come e perché sia arrivato sul tetto dell’aeroporto spagnolo se lo chiedono tutti in città, l’argomento cardine dei discorsi dei suoi amici: «Lì sul tetto non doveva arrivarci, come ha fatto?». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino