Un gruppo criminale di cinesi, esponenti dell'associazione culturale «La Città del Cervo Bianco», che avrebbe commesso diverse aggressioni contro cittadini...
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Il responsabile dell'associazione «La Città del Cervo Bianco» di Prato avrebbe attuato «indebite attività di vigilanza» in favore di connazionali, presidiando il territorio e «organizzando ronde o spedizioni» nei confronti di cittadini nordafricani, «anche estranei a fatti delittuosi», riferisce la polizia di Prato in una nota sulle indagini in corso. Nelle perquisizioni gli agenti hanno sequestrato mazze da baseball e bastoni di ferro realizzati con tondini da edilizia rivestiti di nastro isolante. Due delle 9 perquisizioni sono state fatte nelle sedi dell'associazione 'Cervo bianco'. Sette, invece, contro altrettante persone che, secondo quanto si apprende, erano al vertice dell'associazione che avrebbe organizzato veri e propri raid contro cittadini magrebini e rom accusati dai cinesi di compiere rapine nei confronti della comunità. Tra le accuse quella di associazione a delinquere con modalità razziali. Gli uomini della questura sono stati coordinati dalla Procura e diretti dal dirigente della Squadra mobile Francesco Nannucci.
La procura indaga su 5-6 episodi di pestaggi avvenuti nel centro di Prato dall'inizio dell'anno in altrettanti raid compiuti, al momento, da ignoti. Secondo quanto appreso, alcuni di questi episodi furono particolarmente violenti: le vittime in alcuni casi sono state in prognosi riservata per lesioni al volto e alla testa. Ancora, ha spiegato il procuratore, non c'è un collegamento diretto con l'operazione di stamani, anche se il reato ipotizzato nei confronti degli indagati è quello di associazione a delinquere con finalità di odio razziale.
Tra le persone indagate c'è anche Ye Jiandong, detto Jack o Adong, che secondo gli inquirenti sarebbe il «vero» referente dell'associazione Città del Cervo Bianco, presieduta da una sua connazionale risultata estranea all'inchiesta. Secondo Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli, i due pm titolari dell'inchiesta, sarebbe stato infatti proprio Jack ad autorizzare le ronde contro i cittadini nordafricani e i rom accusati dalla comunità cinese di furti.
Ye Jiandong è attualmente in regime di semilibertà in quanto sta scontando una condanna a 18 anni per omicidio.
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Il Gazzettino