Pd, Calenda: «Se continuiamo ad autoflagellarci restano solo M5S e Lega»

Pd, Calenda: «Se continuiamo ad autoflagellarci restano solo M5S e Lega»
«Lasciamo fuori lo scontro sul segretario o il vicesegretario, oppure il Pd è finito». È uno dei passaggi più applauditi dell'intervento di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Lasciamo fuori lo scontro sul segretario o il vicesegretario, oppure il Pd è finito». È uno dei passaggi più applauditi dell'intervento di Carlo Calenda davanti agli iscritti della sezione di Roma Centro, circolo a cui il ministro si è iscritto. A più riprese, il ministro dello Sviluppo ha fatto anche autocritica circa il flop elettorale del Pd: «Non dobbiamo più avere l'arroganza di sapere come sarà il futuro, che è complicato e nessuno lo conosce fino in fondo. Io sono un'elite perché ho avuto la fortuna di studiare. Ma dobbiamo fare tutti lo sforzo di proteggere chi elite non è, altrimenti chi vota, elegge quello uguale a sé, anche se non è competente».


«Se prosegue questa autoflagellazione continua le prossime elezioni rischiano di essere una scelta tra M5S e Lega. E ciò sarebbe la fine del riformismo in Italia», ha sottolineato Calenda, «La disfatta è anche mia, non mi chiamo fuori. Ma se l'affrontiamo con onore e dignità può partire la risposta: quella che io chiamo la sfida di Dunkirk, ognuno dia una mano con la propria barchetta e cerchiamo di salvare il nostro esercito sulla spiaggia. Non ci sarà più nessuna persona decisiva: o la riscossa parte dagli iscritti o non ci sarà».

«Quella che scrivono Giavazzi e Alesina che bisogna "salvare il lavoro, non i posti di lavoro" è una fesseria mondiale», ha affermato quindi il ministro, «Agli operai di Embraco non si può dire di andare in Slovacchia: lo so anch'io che c'è l'innovazione tecnologica ma bisogna difendere il lavoro». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino