Papa Francesco alla Fao: «Le migrazioni si fermeranno se si debellerà la fame»

Papa Francesco alla Fao: «Le migrazioni si fermeranno se si debellerà la fame»
Città del Vaticano Gli immensi flussi migratori continui, planetari, tra qui quello dall'Africa all'Europa, si possono limitare solo se la comunità...

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Città del Vaticano Gli immensi flussi migratori continui, planetari, tra qui quello dall'Africa all'Europa, si possono limitare solo se la comunità internazionale saprà investire nei luoghi dove si origina il fenomeno e dove è evidente un rapporto stretto tra «migrazioni e fame. Affrontare questo significa andare alla radice del problema». Papa Francesco parla alla Fao in occasione della giornata mondiale dell'alimentazione. Agli ambasciatori presenti alla cerimonia torna a ripetere che l'Occidente deve cambiare passo, modificare gli stili di vita delle persone, ma anche, bloccare il traffico d'armi e, soprattutto, gli effetti dei cambiamenti climatici divenuti talmente devastanti da essere causa di migrazioni e spostamenti di interi popoli alla ricerca di terreni più fertili. «Chi sta in situazione di debolezza non può difendersi, soffre di esclusione, soffre per la violenza, la intolleranza e anche l'odio».


«Spesso le morti di persone a causa della fame o dell'abbandono della propria terra rappresentano una notizia abituale, con il rischio di sfociare nell'indifferenza».

«Nel mondo ci sono oggi 740 milioni di migranti, mai ce ne era stato un numero cosi' alto. Essi rappresentano una sfida alla quale siamo chiamati a rispondee 
in modo ordinato e giusto» ha detto il direttore generale della FAO, Jose’ Graziano da Silva, nel suo discorso di apertura. Papa Francesco definisce poi una disgrazia la decisione di alcuni Paesi a rompere l'Accordo di Parigi sul clima. Una critica anche alla politica di Trump.  «Si rileva la noncuranza verso i delicati equilibri degli ecosistemi, la presunzione di manipolare e controllare le limitate risorse del pianeta, l'avidità di profitto».

Il Papa ha donato alla Fao una scultura di marmo opera dell’artista trentino Luigi Prevedel, che raffigura Aylan, il piccolo profugo siriano annegato davanti alla spiaggia di Bodrum in Turchia nell’ottobre 2015. Immagine simbolo della tragedia delle migrazioni.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino