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Città del Vaticano – Sempre più preoccupato per la crisi tra Ucraina e Russia che potrebbe far esplodere un conflitto a bassa intensità per il controllo della zona russofona del Donbass e di Lugansk, da tempo sottotraccia, il Papa ha dedicato l'udienza del mercoledì alla pace. Francesco sa bene che un conflitto del genere - se dovesse scoppiare - farebbe affiorare i nervi scoperti dell'Europa intera, mettendola in forte difficoltà.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il ciclo di catechesi su San Giuseppe, un uomo che "sogna", ha rivolto così un invito alla preghiera nella speranza che la diplomazia possa risolvere il nodo ucraino. Già domenica all'Angelus aveva fatto un appello simile affermando di seguire con angoscia «l'aumento delle tensioni che minacciano di infliggere un nuovo colpo alla pace in Ucraina mettendo in discussione la sicurezza nel Continente europeo, con ripercussioni ancora più vaste».
Stasera nella basilica di santa Maria Maggiore a Trastevere il ministro degli esteri vaticano, monsignor Paul Gallagher celebrerà una messa alla quale sono stati invitati tutti i membri del corpo diplomatico.
I genitori e i figli omosessuali
L'altro grande tema (esplosivo per la Chiesa) che il Papa ha affrontato nella udienza riguarda la questione omosessuale. Spesso a lui scrivono mamme e papà smarriti e increduli davanti ai coming out dei propri figli. Una questione che è esplosa in questi giorni in Germania dove nella Chiesa oltre cento tra preti, personale diocesano, insegnanti cattolici hanno indetto una manifestazione nazionale facendo coming out, e rivelando non solo il proprio orientamento omosessuale ma denunciando una Chiesa matrigna nei loro confronti.
Stamattina il Papa, all'udienza, ha voluto mandare un messaggio a tutti: «I genitori che vedono orientamenti sessuali diversi nei figli», che non sanno «come gestire questo li accompagnino e non si nascondano in atteggiamenti 'condannatori'. Mai condannare un figlio». La accettazione e la misericordia devono prevalere.
Il Gazzettino