Papa Francesco all'udienza assieme a 12 rifugiati: «Bisogna toccare gli esclusi»

Papa Francesco all'udienza assieme a 12 rifugiati: «Bisogna toccare gli esclusi»
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CITTA? DEL VATICANO - Piazza San Pietro ore 10. La solita folla che gremisce ogni angolo della piazza. Sul sagrato Papa Francesco ha presieduto l'udienza generale accompagnato di un gruppo di 12 rifugiati, sistemati sul palco, vicino a lui. Un po' come se fossero gli apostoli. Loro che si guardavano attorno spaesati, un po' intimoriti, forse sorpresi. A questa sorpresa hanno fatto da sfondo le parole di domenica: “questi nostri fratelli sono come noi”. Il Papa mentre leggeva la catechesi, parlando a braccio, si è riferito a queste persone, e più in generale ai profughi e rifugiati, a chi è costretto a scappare dal proprio Paese.


“Bisogna toccare gli esclusi” ha detto commentando il brano 
della guarigione del lebbroso. “Oggi mi accompagnano qui questi 
ragazzi (indicando i suoi ospiti seduti ai suoi piedi sul sagrato) tanti pensano di loro che e’ meglio che se fossero rimasti 
nella loro terra, ma li’ soffrivano tanto. Sono i nostri 
rifugiati, ma tanti li considerano esclusi, per favore, sono i 
nostri fratelli”. Dalla folla è partito un applauso. Silenzio. Il Papa ha ripreso a parlare: “il cristiano non esclude nessuno, da’ 
posto a tutti, lasciamoli venire tutti". L’invito rinnovato da Bergoglio a tutte le persone di buona volontà arriva in un momento in cui la questione immigrazione resta un nodo assai problematico per tutti i paesi europei, posti di fronte ad un bivio. Da una parte vi è l'obbligo morale (e giuridico) di far valere il principio dell'accoglienza, sancito dai trattati internazionali, dall'altra la paura crescente e la difficoltà ad integrare nel tessuto sociale europeo una moltitudine crescente di persone in fuga da miseria e guerre in Africa e Medio Oriente.


Proprio in questi giorni è stato diffuso a Strasburgo un rapporto intitolato “Rifugiati in Grecia, sfide e rischi, una responsabilità europea”, approvato dall’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa con 
115 voti a favore su 138 parlamentari presenti. Nel documento si richiede all'Ue e agli Stati membri di "rivedere l’accordo Ue-Turchia alla luce 
delle critiche di Unhcr, Medici senza Frontiere e Amnesty 
International".
Nel rapporto, che in origine era intitolato "Rifugiati in 
pericolo in Grecia", l’assemblea parlamentare invita l’Ue a prepararsi “al possibile fallimento 
dell’attuale approccio, predisponendo in anticipo soluzioni 
alternative, così da non ricadere nello stato d’impreparazione e 
passività’ nella gestione della crisi sin qui osservato". 
Nel documento, che il ministro greco dell’immigrazione, 
Ioannis Mouzalas, ha definito "molto bilanciato e che descrive 
bene la situazione e i problemi", l’assemblea parlamentare 
sottolinea che "ci sono gravi dubbi sul fatto che l’attuale 
situazione in Grecia sia sostenibile".  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino