Appena giunto ad Albano Laziale per la sua visita di questo pomeriggio, accolto dal vescovo mons. Marcello Semeraro e dal sindaco Nicola Marini, a papa...
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«Come Chiesa, chiediamoci se per noi Gesù viene 'primà: c'è prima Lui o la nostra agenda, c'è prima Lui o le nostre strutture?». È la domanda posta dal Papa nell'omelia. «Se tutto quello che facciamo non parte dallo sguardo di misericordia di Gesù, corriamo il rischio di 'mondanizzare la fedè, di complicarla e riempirla di tanti contorni: argomenti culturali, visioni efficientiste, opzioni politiche, scelte partitiche...», dice. «Ma si dimentica l'essenziale, la semplicità della fede, quello che 'viene primà di tutto - aggiunge -: l'incontro vivo con la misericordia di Dio. Se questo non è il centro, se non sta all'inizio e alla fine di ogni nostra attività, rischiamo di tenere Dio 'fuori casà nella Chiesa, che è casa sua».
Francesco pone anche il problema del «sentirsi a casa» nella Chiesa. «Come sarebbe bello se i nostri vicini e conoscenti sentissero la Chiesa come casa loro!», afferma. «Succede, purtroppo - osserva -, che le nostre comunità diventino estranee a tanti e poco attraenti.
E quindi «sia la Chiesa il luogo dove non si guardano mai gli altri dall'alto in basso» ma «dal basso verso l'alto; mai da giudici, sempre da fratelli. Non siamo ispettori delle vite altrui, ma promotori del bene di tutti». A suo dire, «se evitiamo chi ci sembra perduto non siamo di Gesù. Chiediamo la grazia di andare incontro a ciascuno come a un fratello e di non vedere in nessuno un nemico - conclude -. E se ci è stato fatto del male, restituiamo del bene». E sempre in tema di rischi della mondanità, nella mattinata è sferzante il monito rivolto dal Pontefice ai frati Carmelitani, Ordine finito a Roma in uno scandalo gay per gli incontri a luci rosse dei suoi religiosi, del quale riceve in udienza il Capitolo generale. «Può insinuarsi anche la mondanità, che è la tentazione più pericolosa per la Chiesa, in particolare per noi, uomini di Chiesa - avverte -. So bene, fratelli, che questa tentazione è entrata e ha fatto gravi danni anche tra di voi. Ho pregato e prego perché il Signore vi aiuti. E questo Capitolo è un'occasione provvidenziale per ricevere dallo Spirito Santo la forza di lottare insieme contro queste insidie». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino