OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Il dibattito sulla richiesta avanzata dalla Santa Sede di modificare il testo del Ddl Zan che «violerebbe il Concordato», continua a essere al centro delle discussioni e oggi, dopo le condanne di Fedez, Elodie e Vladimir Luxuria sulla posizione e interferenza del Vaticano, si aggiunge invece il plauso di Paolo Brosio. «La Chiesa ha fatto bene perché nell'articolo 1 del ddl Zan - afferma il giornalista - si mette in dubbio addirittura l'identità di genere che è quella su cui si basa la famiglia cristiana». A detta sua perciò «Accogliendo il principio dell'identità di genere per cui uno non corrisponde al sesso che ha in natura ma alla percezione che ha di sé, si va incontro a situazioni paradossali. C'è già la legge Mancino che prevede una tutela contro gli atti di discriminazione e di violenza, poteva essere allargata agli atti discriminatori contro i gay, i trans e i disabili».
Paolo Brosio contro il Ddl Zan: «Situazioni paradossali»
«Nell'articolo 4 del ddl Zan è tutelato il diritto di parole - continua Brosio - tranne in quei casi in cui la manifestazione del pensiero possa determinare atti discriminatori. Quindi se io nell'ora di religione cattolica dico che la famiglia che vuole Cristo è quella naturale composta da mamma papà e bambino io divento immediatamente perseguibile e posso essere portato in Tribunale alla sbarra. Il ddl Zan quindi è una legge bavaglio».
«L'articolo 7 del ddl Zan introduce anche l'educazione gender nelle scuole e a me non sta bene per niente.
Il Gazzettino