Città del Vaticano – Il nuovo Padre Nostro in lingua italiana entrerà in vigore dopo Pasqua. Un iter piuttosto lungo che è durato complessivamente circa...
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I vescovi italiani ci hanno lavorato circa un anno. Tra le novità introdotte ci sono traduzioni ritenute più efficaci al senso originario del “Padre Nostro” e del “Gloria”. In particolare nella preghiera insegnata da Gesù nel Vangelo, dove dice: “Non ci indurre in tentazione” è diventata: “Non abbandonarci alla tentazione”. De seguito quando si recita: “come noi li rimettiamo” viene aggiunto un “anche”: “come anche noi...”. Per quanto riguarda il “Gloria”, invece, “Pace in terra agli uomini di buona volontà” viene sostituito dalla nuova formulazione: “Pace in terra agli uomini, amati dal Signore”.
La nutrita equipe di biblisti,liturgisti, latinisti, teologi che hanno lavorato alla nuova edizione del Messale hanno concentrato molto l'attenzione sul Padre Nostro. L'invocazione: “Non indurci in tentazione” era un passaggio giudicato ostico alla comprensione immediata della gente e anche Papa Francesco era più volte intervenuto perché appariva contrario al senso della preghiera stessa, al volto paterno di Dio che invece, secondo la precedente formulazione, sarebbe addirittura all’origine del nostro cadere nelle tentazioni. La nuova traduzione recupera la dimensione paterna di un Dio che non abbandona l'uomo neppure nel momento della tentazione.
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Il Gazzettino