Le frasi choc. Il Gup di Ragusa ha rinviato a giudizio per maltrattamenti due maestre di un asilo del Ragusano. Le indagini della polizia di Stato, che risalgono al...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La Procura ha quindi chiesto e ottenuto il loro rinvio a giudizio. Agli atti dell'inchiesta intercettazioni eseguite dalla squadra mobile in cui le due maestre minacciavano così uno dei bambini della classe: «Alzati, ti do tanti di quegli schiaffoni! Sei un bambino insopportabile! È un incubo...». A un piccolo che chiede di potere andare in bagno la maestra rispondeva: «a casa tua la fai la cacca: ti do all'orco, lo chiamo... così se lo mangia e ce lo toglie dai piedi..». L'altra maestra diceva a un bambino: «se piangi ancora ti lascio solo, non lo fare più, non ti azzardare...». Le indagini erano state avviate dopo la segnalazione alla squadra mobile di Ragusa dei genitori i cui figli si rifiutavano di andare a scuola.
Maltrattamenti psicologici, e non fisici, con minacce urlate ai bambini in un'aula d'asilo: «Ti arrivano tanti di quegli schiaffoni maleducato», «Chiamo l'orco così ti mangia», «Ti devi solo vergognare... vergognati!». È l'accusa, sostenuta da intercettazioni video ambientali eseguite dalla squadra mobile di Ragusa e la cui diffusione è stata autorizzata dalla Procura, che ha portato al rinvio a giudizio di due maestre della provincia Iblea. Nei video si sentono le maestre alzare la voce intimare a uno dei piccoli: «Alzati, ti do tanti di quegli schiaffoni! Sei un bambino insopportabile!».
Un altro che piange è definito «un incubo», un «disturbo», e spera che «se ne vada a casa sua e non torni, perché sei uno che non si sopporta più». E il bambino replica in lacrime: «non vengo più a scuola». E lei di rimando: «niente, te ne vai... grazie». A un alunno che non ha bevuto l'acqua che gli ha versato in un bicchiere una delle maestre chiede: «perché l'hai voluta maledetto... delinquente stupido... bestione, sei un bestione». E definisce un altro bambino «un rimbecillito, un tormento che poi si permette di dire che i compagni non vogliono giocare con lui». La punizione è minacciata così: «non giochi più con gli altri, ti metto solo». Oppure «chiamo l'orco cattivo, che mangia bimbi e bimbe, così se lo mangia, e ce lo toglie dai piedi...».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino