C'è stata «premeditazione» nell'omicidio del 63enne, indagato dalla Procura di Milano per abusi sulla nipotina, ucciso a colpi di pistola lunedì...
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Il padre della bambina, 35 anni e con precedenti penali, sia nell'interrogatorio davanti al pm e ai carabinieri che ha portato al fermo tre giorni fa, sia in quello di ieri davanti allo stesso gip, aveva cercato di negare che si trattasse di un delitto programmato e anche di liberare dalle responsabilità il suo amico di 27 anni, sostenendo che non fosse a conoscenza di quello che lui, poi, avrebbe fatto in quel parchetto vicino ad un supermercato. Il 35enne, pur confessando l'omicidio, difeso dal legale Lucio Antonio Abbondanza, aveva parlato, infatti, di una reazione «istintiva», d'impeto e di «vendetta», causata da un «blackout mentale» e non di un'azione già decisa e preordinata. Il giudice, invece, così come richiesto dalla Procura, ha confermato l'aggravante della premeditazione per entrambi i fermati, un aggravante che nel futuro processo potrebbe costare agli imputati l'ergastolo.
Soltanto due ore prima del delitto, tra l'altro, nel Palazzo di Giustizia di Milano si era concluso un incidente probatorio nel quale la bimba di 8 anni aveva parlato degli abusi che avrebbe subito dal nonno.
Il Gazzettino