Noemi adesso respira da sola: in ospedale scoppia l'applauso

«Mamma, mamma» Noemi apre gli occhi e chiama la madre. Tania scoppia a piangere, mentre intorno qualcuno batte le mani e l'applauso come un'onda corre per...

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«Mamma, mamma» Noemi apre gli occhi e chiama la madre. Tania scoppia a piangere, mentre intorno qualcuno batte le mani e l'applauso come un'onda corre per l'ospedale travolgendo per un attimo le ansie e le preoccupazioni di chi soffre, di chi cura, di chi assiste i propri cari.


Noemi respira da sola e la città torna a sperare. Nel reparto rianimazione dell'ospedale Santobono Tania e Fabio, i genitori della piccola, ritrovano il sorriso anche se i medici restano cauti. In ambulanza, subito dopo la sparatoria, la bimba era rimasta vigile, la ferita sembrava meno preoccupante di quanto poi è stato accertato, e la madre, per distrarla, le aveva mostrato sul cellulare un video che aveva per protagonista le bambole Lol. Così, quando si è svegliata, Fabio le ha detto: «Vuoi le bambole?» e lei ha accennato di sì con la manina, che subito Tania ha baciato scherzando con la figlia: «Ma che bella manina...».

Poi, nel pomeriggio, in ospedale è arrivato un amico di famiglia con un enorme pacco: dentro c'era una casa delle bambole che è stata portata alla nonna, Immacolata, che resta anche lei da giorni nella sala d'attesa della rianimazione. Quando Noemi starà meglio potrà ricominciare a giocare. La strada non sarà breve, ma la bimba avrà accanto a se una famiglia unita che continua a vigilare con amore. «Ringrazio tutti, anche a nome di mia sorella, per l'amore e la solidarietà dimostrati in questi giorni. I messaggi, i palloncini, i giocattoli che ricoprono un muro dell'ospedale, ma anche la veglia di preghiera di giovedì, ci aiutano ad andare avanti».
A Maria Luisa Iavarone, la mamma di Arturo, il ragazzino ferito lo scorso anno in via Foria, il padre di Noemi racconta via Sms di essere rincuorato per l'evoluzione positiva delle condizioni della figlia, ma di essere anche molto arrabbiati: lui e Tania hanno scoperto ieri, dopo l'arresto dell'uomo accusato di aver sparato a Noemi, che anche il delinquente è padre di quattro figli con una bambina proprio dell'età della loro. Hanno visto nel video il malvivente che calpestava la loro bambina. «In fondo è un po' come se avesse calpestato anche la sua», ha osservato Fabio. E Jessica dice: «Deve soffrire come stiamo soffrendo noi».
Già giovedì sera i medici hanno ridotto la sedazione alla piccola ferita e i genitori hanno visto che la bambina cominciava a mordere il tubo della respirazione. La svolta si è avuta al cambio del turno quando all'arrivo del primario della rianimazione Massimo Cardone si è capito che la piccola era in grado di sostenere la respirazione con una miscela di ossigeno al 21% del tutto simile a quella dell'aria. Sono bastate poche manovre per togliere il respiratore meccanico e alcune punture per attenuare la sedazione per vederla aprire gli occhi, guardarsi attorno stupita come dopo un lungo sonno. Le buone condizioni di ventilazione dei suoi polmoni e soprattutto il recupero di quello di sinistra, che era subito apparso come il più danneggiato, hanno consentito la svolta da tutti auspicata.


Dunque, il primo fondamentale traguardo sulla via della guarigione di Noemi è segnato. «È stato un momento di grande soddisfazione e gioia per tutti noi», ha detto il manager dell'ospedale Anna Maria Minicucci parlando di «bella pagina per la sanità campana», ma al contempo sottolineando la necessità di mantenere la calma «perché da questa giornata ci aspettiamo ancora qualche instabilità».
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Il Gazzettino