Navalny, la madre a Putin: «Restituiscimi il suo corpo». Salvini: «Capisco la moglie ma la chiarezza sulla sua morte la fanno i giudici»

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Navalny, Salvini: «Capisco la moglie ma la chiarezza sulla sua morte la fanno i giudici»
Navalny, la diretta. 

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La madre di Navalny: sia restituito il corpo

La madre di Alexei Navalny, Lyudmila, ha diffuso un video con un appello a Vladimir Putin perché le sia restituito il corpo del figlio. Il messaggio è stato pubblicato dal team di Navalny. La madre di Navalny parla all'aperto, sotto la neve, davanti alla colonia penale IK-3, dove il figlio è morto il 16 febbraio. «Per il quinto giorno non lo vedo, non mi danno il suo corpo e non mi dicono nemmeno dove si trova», afferma la donna. «Mi rivolgo a lei, Vladimir Putin - prosegue il messaggio - la soluzione del problema dipende solo da lei. Mi faccia finalmente vedere mio figlio. Chiedo che il corpo di Alexei venga immediatamente consegnato in modo che io possa seppellirlo umanamente». Il video si chiude con l'inquadratura della cupola di una chiesa su cui si erge una croce. Il responsabile della fondazione anti-corruzione di Navalny, Ivan Zhdanov, ha sottolineato che contemporaneamente è stato presentato a Putin un appello scritto.

Salvini: «Capisco Yulia Navalny ma chiarezza la fanno i giudici»

«Difficilmente riesco a sapere cosa succede in Italia, come posso giudicare cosa è successo dall'altra parte del mondo. Capisco la posizione della moglie di Navalny, bisogna fare chiarezza. Ma la fanno i medici, i giudici, non la facciamo noi». Lo ha detto il vicepremier e ministro Matteo Salvini parlando della partecipazione della Lega alla fiaccolata di ieri sera, nel corso della quale sono stati fischiati gli esponenti del partito. «Le contestazioni alla Lega da parte della sinistra ci sono tutti i giorni, sulla Tav, sul Ponte sullo stretto, sulla riforma del fisco e della giustizia. - commenta intervistato a Rtl 102.5 - Noi eravamo in piazza per chiedere chiarezza e la fine di tutti i conflitti aperti. Tutte le fesserie sui legami con la Russia sono state archiviate, i giudici hanno detto non esiste nulla».

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Il Gazzettino