Napoli, indagato De Luca jr e un candidato di Fdl: scoppia la polemica politica

Il consigliere campano di Fdl Passariello
L'inchiesta della procura di Napoli su un presunto giro di mazzette per politici e amministratori nello smaltimento illecito dei rifiuti in Campania incendia la campagna...

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L'inchiesta della procura di Napoli su un presunto giro di mazzette per politici e amministratori nello smaltimento illecito dei rifiuti in Campania incendia la campagna elettorale. Tra gli indagati per corruzione, oltre al candidato di Fdi alla Camera Luciano Passariello, figura anche Roberto De Luca, figlio del governatore campano Vincenzo e attuale assessore comunale a Salerno. Nella notte agenti della squadra mobile e dello Sco hanno eseguito una perquisizione nella sua abitazione e poi nello studio professionale. Le indagini fin qui svolte, dicono i pm nel decreto di perquisizione, hanno fatto emergere l'esistenza di «​accordi corruttivi finalizzati ad acquisire influenza sul sistema degli appalti pubblici nel delicato settore del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti da parte di società e soggetti espressione di ambienti contigui alla criminalità organizzata»​.


Con Fdi e Pd tirati in ballo, ad alimentare la polemica politica è soprattutto il M5s, spalleggiato da Leu. Il primo a dare fuoco alle polveri è Roberto Fico: «Credo che la famiglia De Luca sia patriarcale - dice il parlamentare grillino - e che, se venisse confermato che il figlio lavorava nella gestione illecita di rifiuti, ci sia anche il padre di mezzo». A dargli manforte arrivano in sequenza le dichiarazioni di altri esponenti del movimento. Da Toninelli («In Campania sta emergendo il peggior volto dei partiti»), a Castelli («Renzi e i dirigenti dem che dicono dei presunti 'mariuolì del loro partito coinvolti nell'inchiesta di Napoli?») fino ai capigruppo Mantero e Moronese che definiscono inquietante il silenzio di Renzi e del Pd. Paola Nugnes chiede le dimissioni del governatore campano.

Sul fronte di LeU scende in campo il leader Pietro Grasso: «A Napoli si dice "tengo famiglia" - sottolinea da Treviso - ed evidentemente si pensa che la politica, fatta secondo una discendenza dinastica, sia un modo di risolvere i problemi personali». Per Grasso si conferma la presenza in Campania di un'illegalità evidente che coinvolge la politica
»​. «​Fatti gravissimi»​ li definisce il sindaco di Napoli Luigi de Magistris.

Da Bari risponde a distanza Matteo Renzi difendendo Piero De Luca, altro figlio del governatore e candidato col Pd in Campania:
«​Questa storia qui con il nostro candidato non c'entra niente, Piero De Luca in questa vicenda non c'entra niente. Ora non iniziamo anche ad addossare ai fratelli le responsabilità degli altri»​. Al fuoco targato Cinque Stelle e LeU replica lo stesso Vincenzo De Luca: «​Abbiamo assistito a sceneggiature impensabili - dice il governatore - con camorristi assoldati per fare grandi operazioni di intelligence. Mi ricorda il clima di due anni e mezzo fa quando, alla vigilia della campagna elettorale per le Regionali, venne fuori la lista degli impresentabili, nella quale io avevo un ruolo d'onore tra malfattori e delinquenti. Ci sarebbe da chiedersi di quella lista cosa ne è stato, dove sono finiti quegli impresentabili, se ci sono state vicende giudiziarie, come è finita. Ma questo affaticherebbe troppo il mondo dell'informazione, l'importante è sparare la palla, quello che succede dopo non interessa nessuno»​. Prudente Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, uno dei partiti coinvolti nella bufera. «​È presto per fare commenti, spero che questa indagine si concluda come tutte le altre del pm Woodcock, cioè con un nulla di fatto»​.


Sotto inchiesta anche i cronisti di Fanpage autori dell'inchiesta giornalistica che si è intrecciata con quella dei magistrati. Segretario e presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Beppe Giulietti, saranno giovedì prossimo a Napoli per sostenerli.
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Il Gazzettino