Una sorta di cricca, nella quale avrebbero svolto un ruolo attivo due medici dirigenti finiti qualche giorno fa nelle indagini per assenteismo. ...
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Un’organizzazione strutturata su più livelli, che avrebbe avuto un obiettivo in particolare: la creazione di falsi certificati, vale a dire di documenti relativi a esami diagnostici decisivi per dirimere le controversie e per ottenere risarcimenti danni. Un filone, quello della fabbrica di finti esami diagnostici, di tac e referti posticci, che sta prendendo corpo nel corso delle indagini aperte sul Loreto Mare. Una sorta di beffa, secondo la quale alcuni medici (presunti) assenteisti erano invece all’opera per curare interessi privati da definire lontano dall’ospedale di via Vespucci, magari in centri convenzionati riconducibili alle rispettive famiglie.
E non è tutto. Sotto i riflettori, in questo scenario, finiscono altre figure professionali che avrebbero approfittato della struttura pubblica per macinare tac e test clinici rigorosamente posticci. E sono state le indagini condotte in questi mesi ad aver svelato il presunto fenomeno illegale: di notte al lavoro, di giorno «assenti» ingiustificati, almeno a rileggere i primi esiti investigativi.
Inchiesta coordinata dal pm Ida Frongillo, magistrato in forza al pool guidato dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, la corsa contro il tempo è iniziata. Obiettivo dichiarato - alla luce di quanto si legge negli atti del blitz di venerdì scorso - è capire se ci sono in giro documenti in grado di attestare l’esistenza di una sorta di mercato del falso nell’ospedale napoletano. Un mercato clandestino, addirittura notturno. Inchiesta che punta i riflettori in particolare a carico dei medici dirigenti Tommaso Ricozzi e Vittorio Trivellini, rispettivamente riconducibili al centro Augusto di via Leopardi e al Centro diagnostico Trivellini di via Rosaroll.
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Il Gazzettino