Vaticano, nel 1947 i comunisti in Italia preparavano la rivoluzione: 5 le città da colpire

Vaticano, nel 1947 i comunisti in Italia preparavano la rivoluzione: 5 le città da colpire
Città del Vaticano – Il pericolo di una rivoluzione di matrice comunista in Italia nell'immediato dopoguerra fu reiteratamente segnalato in Vaticano non solo da...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Città del Vaticano – Il pericolo di una rivoluzione di matrice comunista in Italia nell'immediato dopoguerra fu reiteratamente segnalato in Vaticano non solo da fonti americane o governative ma anche ecclesiastiche. Non vi furono, infatti, solo le informative dei servizi statunitensi, o il piano insurrezionale K a cui fece riferimento l'allora ministro Scelba in diversi interventi. L'imminente insurrezione teleguidata da Mosca fu descritta e illustrata anche da diverse fonti ecclesiastiche come descrive Civiltà Cattolica in un articolo in cui fa spiccare il profilo istituzionale di Palmiro Togliatti, segretario del PCI, che si rivelò un prezioso baluardo per fermare ogni tipo di insurrezione in grado compromettere il cammino democratico.

«Togliatti non poteva permetterlo. In molti italiani, però, rimase la convinzione – e quindi la paura – che il Partito comunista italiano si stesse preparando per la rivoluzione e che avrebbe sfruttato ogni occasione per impadronirsi anche illegittimamente del potere». Si legge in un articolo di Civiltà Cattolica firmato dallo storico padre Giovanni Sale che da conto del contenuto di alcune fonti vaticane: a partire dal 1946 ci furono diversi i progetti insurrezionali messi a punto dai comunisti: progetti che si intensificarono dopo che i socialcomunisti furono allontanati dal governo, nel maggio 1947. 

Fra tutti, uno dei più significativi fu il cosiddetto «piano Ivan», del dicembre 1947. Un«Il Piano “Ivan” e “Z” – si legge in un appunto inviato in Vaticano – prevede tre sviluppi successivi: 1°) Conquista delle sedi governative di Roma, contemporanea ad azione rapida e decisa in tutte le 5 città principali dell’Italia settentrionale: Genova, Torino, Milano, Venezia, Bologna. 2°) Azione immediata e quindi blocco delle strade nazionali, provinciali e comunali. Blocco e interruzione con paralisi del traffico delle ferrovie. Cordone di isolamen- to sotto Roma con scopo di bloccare l’accesso al meridione dei fuggitivi dalle zone sotto controllo comunista. 3°) Azione isolata e contemporanea per tutto il territorio controllato dal comuni- smo, tesa alla eliminazione rapidissima dei fascisti e dei cosiddetti reazionari ritenuti più pericolosi. Tale eliminazione deve colpire inesorabilmente tutti i monarchici. Le eliminazioni di prelati e religiosi dovranno avvenire in un secondo tempo, quando cioè i territori controllati saranno stati sgombrati da tutti quegli ele- menti che possono costituire isole di resistenza»1. 

Padre Sale si interroga se vi fosse veramente il pericolo di un’insurrezione comunista in Italia. Anche in altri documenti si parla di infiltrazioni di combattenti comunisti jugoslavi in Italia. In una altra relazione del 1947, sempre fatta pervenire in Vaticano dai servizi segreti statunitensi, venivano forniti particolari precisi. Sarebbero stati circa 15.000 gli uomini jugoslavi provvisti di armi moderne russe e jugoslave e da armi italiane e tedesche ancora conservate in depositi sorvegliati da ex partigiani.


 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino