I «prestiti», in più tranche e per quasi tre milioni di euro, che Silvio Berlusconi concesse a Lele Mora, ormai otto anni fa, «erano di per sé del...
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Il giornalista, in particolare, era imputato per aver tenuto per sé 1,1 milioni di euro dei 2 milioni e 750 mila versati nel 2010 da Berlusconi, in tre fasi, e destinati, invece, a salvare la società dell'ex talent scout. Nel processo di primo grado aveva testimoniato anche il leader di FI, spiegando che quei versamenti a Mora, attraverso il suo fidato ragioniere Giuseppe Spinelli, erano stati «un mio atto di generosità, di cui poi non mi sono più interessato». Per i giudici d'appello, come si legge nelle motivazioni, prima della dichiarazione di fallimento «come imprenditore individuale» dell'aprile 2011, Mora «poteva essere plausibilmente considerato», tanto «da Berlusconi come da Fede», alla stregua «di un imprenditore le cui società versavano in gravi difficoltà economico-finanziarie».
Tanto che quei prestiti dell'ex premier, arrivati nel 2010 e «in parte dirottati» dall'allora talent scout al giornalista, «risultavano funzionali, nella prospettiva di chi li aveva erogati, ma anche dello stesso Fede, a consentire al titolare indiscusso delle società in crisi di ripianare la situazione debitoria».
Il Gazzettino