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Molestie sessuali e discriminazioni di genere, un problema socio-culturale per l’Italia. Soprattutto considerando che metà delle donne dichiara di subirne sul luogo di lavoro, come emerge da un’indagine di Fondazione Libellula condotta su oltre 4.300 lavoratrici dipendenti e libere professioniste.
I dati
L’indagine LEI (lavoro, equità, inclusione) non offre uno spaccato confortante per le donne nel mondo del lavoro.
Le discriminazioni
L’indagine dimostra anche quanto sia sempre diffusa la discriminazione di genere sul posto di lavoro. Il 62% delle donne spiega di essere considerata aggressiva se si mostra ambiziosa e determinata sul lavoro: tra queste, il 42% ricopre ruoli dirigenziali all’interno delle aziende. Il 71% denuncia poi che i ruoli di vertice vengono affidati prevalentemente ai colleghi e il 79% che gli uomini fanno carriera più velocemente. Per non parlare della maternità: il 41% delle intervistate ha ammesso di aver avuto difficoltà a comunicare all’azienda di essere incinta, il 68% ha visto rallentare la propria carriera dopo la gravidanza e il 65% ha ricevuto allusioni e commenti sulle conseguenze negative della maternità in azienda.
Il commento
Debora Moretti, fondatrice e presidente di Fondazione Libellula, ha commentato così i risultati dell’indagine: «Nelle aziende italiane c’è una situazione inquietante che impone una riflessione. Il linguaggio e gli atteggiamenti non verbali occultano la dimensione professionale sul posto di lavoro, che per tante diventa un luogo poco sicuro e complicato dal punto di vista fisico e psicologico».
Il Gazzettino