Minniti: «Sui diritti umani per i migranti farò una mia battaglia personale»

il ministro Marco Minniti
«Sulla questione dei diritti umani e dell'accoglienza farò una battaglia personale, ci sarà sempre il mio impegno. Bisogna governare i flussi senza mai...

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«Sulla questione dei diritti umani e dell'accoglienza farò una battaglia personale, ci sarà sempre il mio impegno. Bisogna governare i flussi senza mai perdere l'umanità». Il ministro dell'Interno, Marco Minniti, tiene a sottolineare che la sua strategia sull'immigrazione non è fatta solo di fermezza e pugno di ferro. Ma spiega anche qual è la posta in gioco: «non consentiamo ai trafficanti di esseri umani di gestire il futuro delle nostre democrazie».


Il titolare del Viminale ha parlato alla Festa del Fatto Quotidiano a Marina di Pietrasanta (Lucca) indicando che «l' obiettivo è quello di cancellare la parola emergenza dalle politiche per l'immigrazione. Su questi temi si gioca la prospettiva del Paese, non si deve lucrare pensando di spostare lo 0,5% del consenso elettorale: io guardo agli interessi del mio Paese. Noi abbiamo a che fare con un fenomeno di dimensione epocale che non riguarda solo l'Italia e un grande Paese non insegue i problemi, non li subisce ma cerca di governarli». E nel governo del fenomeno, a parere di Minniti, non si può separare l'accoglienza dall'integrazione.

«Non c'è nessun collegamento - ha osservato - tra terrorismo e immigrazione. Ma se guardiamo a quanto successo in Europa i terroristi sono figli dell'Europa, o meglio figli di una mancata integrazione. C'è dunque un rapporto tra terrorismo e mancata integrazione». Proprio per questo il ministro ha annunciato per la metà del mese un Piano nazionale per l'integrazione. Ad esempio, ha puntualizzato, «il rispetto tra uomo e donna è scontato per noi. Dobbiamo lavorare perché diventi scontato anche per gli altri, anche per chi ospitiamo». Il crocevia dei flussi migratori è la Libia e Minniti ha ricordato l'impegno - finanziario ma non solo - dell'Italia e della Commissione Europea sul paese nordafricano.

L'auspicio, ha detto, «è quello di fare una grande operazione che coinvolga la gioventù libica nella gestione dei centri per migranti e nella creazione di ong libiche. Sarebbe un segnale importante, bisogna consentire a questo popolo di liberarsi dal ricatto dei trafficanti di uomini. Vinceremo la partita quando riusciremo a dare ai libici una prospettiva conveniente dal punto di vista economico». Il ministro è poi tornato sul tema delle ong, evidenziando come il Codice sia «un elemento di garanzia per le stesse organizzazioni» ed invitandole ad operare non solo nel Mediterraneo, ma anche in Africa. E quando si chiede alle navi umanitarie di far salire a bordo la polizia giudiziaria, si deve spiegare perché un magistrato può decidere sulle intercettazioni sugli italiani e non può essere garante sulle ong che operano nel Mediterraneo».


Il segretario del Pd, Matteo Renzi, da parte sua, nel corso della festa dell'Unità di Lodi, ha ribadito il concetto dell'«aiutiamoli davvero a casa loro», scandendo 4 punti: «più soldi alla cooperazione internazionale; numero massimo di migranti da accogliere; salvare tutti quelli che stanno in mare; dire ai Paesi europei che si prendano una quota di responsabilità o altrimenti basta ai quattrini che l' Italia dà costantemente agli Stati che non accolgono». Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, ha invece registrato con soddisfazione che, «come dicevamo noi, bloccando le ong, che facevano da vicescafisti, si bloccano i flussi. Bloccando le partenze si fermano i morti. Volere è potere. Bloccare l'immigrazione clandestina si può».
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Il Gazzettino