Dopo più di tre mesi dal suo insediamento, il governo gialloverde chiede la prima fiducia su un provvedimento. La scelta di blindare l'esame del decreto legge...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
- oppure -
Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google
OFFERTA SPECIALE
Leggi l'articolo e tutto il sito ilgazzettino.it
1 Anno a 9,99€ 69,99€
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Rinnovo automatico. Disattiva quando vuoi.
L'abbonamento include:
- Accesso illimitato agli articoli su sito e app
- La newsletter del Buongiorno delle 7:30
- Tutte le newsletter tematiche
- Approfondimenti e aggiornamenti live
- Dirette esclusive
LEGGI ANCHE Copyright, Di Maio: «La censura una vergogna europea: daremo battaglia
Proteste che il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro sono solo «strumentali» di fronte a una scelta del governo del tutto «legittima». Il rischio ostruzionismo, in nome del quale maggioranza e governo, hanno deciso prima di utilizzare la cosiddetta 'tagliolà- vale a dire la chiusura anticipata della discussione generale - e poi di interrompere l'esame del testo con la richiesta di fiducia, viene però solo procrastinato: la contrapposizione fra le forze politiche non ha consentito di raggiungere un'intesa in conferenza dei capigruppo a Montecitorio sul timing per il voto finale e gli ordini del giorno e così, al momento, si profila la prima maratona notturna della Legislatura. Al centro dello scontro si intrecciano questioni di metodo e merito.
Dopo la battaglia sui vaccini, finita con la proroga dell'autocertificazione e dunque il rinvio di una scelta strutturale su un tema delicato che interessa le famiglie italiane, l'attenzione dentro e fuori dalle aule parlamentari si è spostata sul taglio da oltre un miliardo alle periferie.
Il Gazzettino