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Coronavirus, Il presidente della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, ospite a "Non è la D'Urso" su Canale 5, ha parlato del pacchetto che il comitato tecnico scientifico consegnerà al governo e, soprattutto, della stretta cheb attende l'Emilian Romagna. «Una delle novità dovrebbe essere che nelle zone rosse si chiude dalle scuole elementari e non più solo dalla prima media alle superiori. E anche in zone arancioni dove il contagio è molto alto, sopra i 250 contagi su 100mila abitanti, e dove la trasmissione nell'ultima settimana è molto elevata, si possono prendere decisioni».
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Bonaccini: marzo difficile
«Sarà un marzo molto difficile.
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Bonaccini, il tema ristori
«Gli spostamenti saranno bloccati fino a fine marzo, tra le regioni, anche in zona gialla e su questo eravamo d'accordo anche noi. Poi verrà mantenuto il sistema a fasce, seppur in zone rosse potrebbero esserci restrizioni più robuste così come in zona gialla, dove i contagi sono meno diffusi, ci saranno novità: ad esempio, dal 27 di marzo, la riapertura di cinema e teatri, con contingentamenti, uso delle mascherine. Laddove c'è la possibilità di essere meno preoccupati, ricominciare a dare ossigeno a quelle attività che purtroppo vedono cittadini, lavoratori e imprese che rischiano di andare nel dramma». Lo ha detto Stefano Bonaccini intervenendo a 'Non è la D'Ursò su Canale 5, parlando delle novità contenute nel nuovo Dpcm. Poi, ha confermato Bonaccini, «non ci sarà più la comunicazione di una decisione solo poche ore prima, il caso limite è quello delle piste da sci». Inoltre, come Regioni, «avevamo chiesto la convocazione, e ci è stata data, di un tavolo tecnico per la rivisitazione dei 21 parametri» sulle fasce. Infine, «avevamo chiesto che ci fosse nel prossimo decreto ristori che non si andasse più per codici Ateco, ma per percentuali di fatturato». E da ultimo «abbiamo chiesto e ne ho parlato con i ministri Bonetti, Gelmini e Franco, che venga rimesso il finanziamento per i congedi parentali e i lavoratori autonomi che hanno i figli che per motivi di restrizione non vanno a scuola».
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