Milano, propaganda dello Stato Islamico sui social: «Grazie Allah per Covid», arrestato 30enne italiano

Milano, faceva propaganda dello Stato Islamico sui social e per questo è stato arrestato: un trentenne italiano è stato arrestato dai carabinieri del Ros per aver...

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Milano, faceva propaganda dello Stato Islamico sui social e per questo è stato arrestato: un trentenne italiano è stato arrestato dai carabinieri del Ros per aver diffuso attraverso i social la propaganda dell'IS. L'uomo, radicalizzato fin dal 2015 e in contatto attraverso i social con altri estremisti, secondo le accuse istigava i propri interlocutori ad abbracciare il jihad globale contro tutti gli infedeli. L'accusa ipotizzata nei suoi confronti è istigazione a delinquere aggravata dall'uso del mezzo telematico.

 


«Grazie Allah per Covid». In un'intercettazione del 27 marzo Nicola Ferrara, 38enne originario di Bari e residente a Milano, arrestato oggi per apologia e istigazione all'adesione all'Isis, avrebbe commentato che l'emergenza Covid «è una cosa di Allah, una cosa positiva» perché «la gente sta impazzendo» e per i non musulmani «tutto l'haram' adesso è difficile farlo», ossia sono stati tolti loro i vizi. Emerge dall'inchiesta dei pm Alberto Nobili, Piero Basilone e Leonardo Lesti, che ha portato all' ordinanza firmata dal gip di Milano Guido Salvini.
 

Secondo le indagini del Ros, il trentenne aveva pienamente aderito alle posizioni più estremiste di matrice salafita ed era impegnato a diffondere l'ideologia dello Stato islamico attraverso diverse piattaforme social (da Facebook a Sound Cloud) condividendo immagini, video e documenti che esaltavano le violenze commesse dai terroristi dell'Is.

Idottrinò minori su estremismo. Nicola Ferrara, il 38enne italiano che si è radicalizzato col nome di 'Issa', arrestato stamani su ordinanza del gip Guido Salvini per apologia ed istigazione all'adesione all'Isis, avrebbe frequentato l'associazione culturale Al Nur di Milano, di orientamento sunnita, e 2 minorenni che pregavano nello stesso centro di via Chiarissimi, ai quali avrebbe esternato tesi estremiste. Emerge dall'inchiesta del Ros dei carabinieri e del dipartimento antiterrorismo della Procura di Milano, guidato da Alberto Nobili.


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Il Gazzettino