Milano, rimossa la fontanella dell'acqua: «Immigrati e clochard si lavano»

Milano, rimossa la fontanella dell'acqua: «Immigrati e clochard si lavano»
La fontanella della discordia si trovava accanto alla mensa dei poveri Pane quotidiano, in viale Monza. Era uno dei tanti “draghi verdi” di Milano, colonnine...

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La fontanella della discordia si trovava accanto alla mensa dei poveri Pane quotidiano, in viale Monza. Era uno dei tanti “draghi verdi” di Milano, colonnine dell’acqua in ghisa chiamate così per il colore e perché hanno un rubinetto d’ottone a forma di drago. Da oggi non c’è più, come annuncia con un post sui social il presidente leghista del Municipio 2, Samuele Piscina: «Rimossa oggi la fontanella in viale Monza, di fianco alla sede di Pane quotidiano. Purtroppo quella fontanella era ormai utilizzata solo per abluzioni, docce e bidet, principalmente da parte di extracomunitari e senza fissa dimora. Il servizio era diventato inutile per i cittadini e uno spreco di risorse che portava ulteriore degrado nell’area». Messaggio corredato di una foto di quell’angolo di strada prima, con il drago verde che zampillava, e dopo, con uno spazio vuoto al suo posto.

IL CONFRONTO

Un’iniziativa che ha innescato la polemica tra Comune e Municipio 2. Da Palazzo Marino arrivata la replica dell’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, che parla «dell’ennesimo attacco a Pane quotidiano, una realtà che andrebbe aiutata e non ostacolata - spiega - perché da tanti anni aiuta chi fa più fatica ed è un pezzo del piano di contrasto alla povertà che il Comune porta avanti con il terzo settore, spesso senza alcun aiuto da parte dei leghisti». Poi l’assessore propone al presidente Piscina di «incontrarci per studiare una soluzione che salvaguardi Pane quotidiano, non ghettizzi chi è in difficoltà e rispetti il quartiere». Invito accolto da Piscina: «Da parte del Municipio sono felice che il Comune voglia finalmente aprire un dialogo sul tema, come più volte abbiamo richiesto. Offriamo sin da ora la nostra disponibilità». Nessuno, aggiunge, «vuole fare una guerra ai poveri ma, anzi, risolvere i problemi per una convivenza costruttiva tra le realtà sociali e i privati cittadini». Nei confronti del Comune, tuttavia, è critico: «Dopo due anni di richieste e segnalazioni, è normale che si svegli solo a fronte di un’azione decisa quale questa?».
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Il Gazzettino