Una sfida che riguarda tutti, nessuno escluso: nei saloni dell'Eliseo l'Europa delle grandi potenze, a cominciare da Parigi e Berlino, promette una svolta sulla gestione...
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Dopo l'incontro di oggi, un secondo vertice nello stesso formato si terrà in autunno in Spagna per fare il punto dei progressi compiuti. Secondo quanto riferito da Macron, una speciale task force è operativa «già da oggi» per verificare giorno per giorno l'attuazione degli impegni sul terreno. Sdoganata ormai anche l'idea di inviare mezzi e militari nei Paesi africani per un controllo serrato delle identificazioni. Agire insieme «è una esigenza morale, di solidarietà, ma anche un principio di azione e di efficacia», ha assicurato il leader trentanovenne, dicendosi, tra l'altro, favorevole a una «riforma profonda» dei Trattati di Dublino. Parole in linea con quelle di Angela Merkel. «Il sistema di Dublino - ha detto - va rivisto, perché non offre soluzioni soddisfacenti, i Paesi cosiddetti d'arrivo sono sfavoriti», ha riconosciuto la cancelliera davanti al muro di giornalisti, prima di aggiungere: «visto che non c'è solidarietà reale, dobbiamo trovare nuove soluzioni». Anche se a suo avviso «gli hotspot» nei Paesi della sponda sud «non sono esattamente il termine ideale per designare» quanto deciso oggi. Vale a dire dei «centri di ricollocazione» aperti a chi ha tutte le carte in regola per ambire a una protezione nel Vecchio Continente.
«Bisogna fare una distinzione tra i migranti economici e chi si candida ad esser davvero un rifugiato, serve una discussione con l'Alto Commissariato dell' Onu per fermare» l'immigrazione clandestina, ha insistito Frau Merkel alla vigilia delle elezioni tedesche. Prima del vertice dell'Eliseo, la leader di Berlino si è intrattenuta per una bilaterale a porte chiuse con Macron. L'idea che ha preso forma a Parigi è identificare già dal Niger o il Ciad quegli esiliati che «hanno diritto all'asilo» per «metterli in sicurezza il più rapidamente possibile», ha spiegato il padrone di casa. Questa procedura, che consentirà di attribuire l'asilo già in territorio africano, sarà condotta «in zone ritenute pienamente sicure in Niger e in Ciad, sotto la supervisione dell'Altro commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unchr)», ha precisato. Un'indentificazione che secondo l'Eliseo si farà su «liste chiuse dell'Unchr». Per Macron, questo eviterà a «donne e uomini di assumere dei rischi sconsiderati in una zona estremamente pericolosa e successivamente nel Mediterraneo».
Prevista una rafforzata cooperazione in materia di sicurezza e giustizia, in alcuni casi anche una presenza militare, per evitare l'ingrossarsi dei flussi verso la Libia. «Il lavoro congiunto è cominciato e sta iniziando a portare i propri frutti», vuole sperare l'alta rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini, secondo cui «soltanto insieme, sia come europei, sia con i nostri partner africani e del mediterraneo, possiamo dare una risposta efficace.
Il Gazzettino