Incinta di poche settimane e con un grave linfoma, è stata respinta alla frontiera di Bardonecchia dalle autorità francesi e, dopo il parto cesareo, è morta...
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La nascita del bimbo, 700 grammi, è un miracolo ed è gara di solidarietà per aiutarlo. Il confine è lo stesso su cui, nei giorni scorsi, una guida alpina francese ha salvato una migrante, anche lei incinta, e per questo rischia ora una condanna fino a cinque anni. «I corrieri trattano meglio i loro pacchi», attacca Narcisi, che punta il dito contro l'intransigenza della gendarmeria francese. B.S. era arrivata alla frontiera a metà febbraio, le strade impraticabili per le nevicate mai così abbondanti negli ultimi anni. I volontari che l'hanno soccorsa col marito dicono che «non si reggeva sulle gambe». Eppure, i gendarmi, anziché accompagnarla al vicino ospedale di Briancon, l'hanno scaricata davanti alla stazione di Bardonecchia «come un pacco», sostiene Narcisi.
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«Anzi, i corrieri trattano meglio i pacchi...». Se non fosse stato per i volontari di Rainbow4Africa, la corsa contro il tempo per salvare la vita che cresceva in quella donna malata sarebbe stata brevissima. Ricoverata per una settimana all'ospedale di Rivoli, è stata poi trasferita al Sant'Anna, nel reparto di Ostetricia e Ginecologia universitaria diretto dalla professoressa Tullia Todros. Seguita anche dagli esperti della Ematologia ospedaliera delle Molinette, diretta dal dottor Umberto Vitolo, le condizioni della donna sono precipitate all'improvviso.
Lo scorso 15 marzo, subito dopo il parto cesareo nella terapia neonatale della professoressa Enrica Bertino, il bimbo pesava appena 700 grammi.
Il Gazzettino