Rendere più conveniente accogliere i migranti, premiando i Comuni che lo fanno. È l'obiettivo del nuovo Piano di ripartizione dei richiedenti asilo che Viminale...
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A Bari Fassino concluderà il suo mandato alla guida dell'associazione e potrebbe assumere il ruolo di coordinatore, per conto del Governo, della partita della distribuzione. I numeri degli arrivi sono sempre più allarmanti. Nel 2016 si sta avvicinando quota 145mila, la stessa raggiunta nell'anno finora record, il 2014, quando alla fine sbarcarono in 170mila. Ed i migranti presenti nel sistema di accoglienza sono oltre 160mila, quota mai sfiorata in precedenza.
La maggior parte (125mila) è sistemata nelle strutture temporanee, spesso individuate dai prefetti sul territorio bypassando i sindaci. E focolai di protesta per gli ospiti non graditì si susseguono in tutto il Paese. Gli ultimi casi a Reggio Calabria, a Monastir (Cagliari) e a Monterosso Grana (Cuneo). Il nuovo Piano, nelle intenzioni del Viminale, dovrebbe appianare queste divergenze, premiando i Comuni che ospitano con diversi incentivi: una quota straordinaria per ogni migrante accolto, il superamento del blocco delle assunzioni e l' 'immunità' da distribuzioni coatte da parte dei prefetti.
L'obiettivo, ha sottolineato Alfano, «è affidare a ciascun Comune un peso sopportabile. I Comuni che si sottraggono fanno un torto agli altri, a quelli generosi e disponibili, perchè nel momento in cui non c'è la partecipazione di tutti c'è qualcuno che ha sulle spalle un peso maggiore e questo non è giusto e non è corretto. Lavoriamo - ha aggiunto - per una situazione che raggiunga l'equità: a livello regionale è stata centrata come obiettivo, ma calarla a livello comunale è più faticoso». Lo schema messo a punto dal ministero prevede di distribuire 2,5 richiedenti asilo ogni mille abitanti, differenziando i Comuni in tre classi: fino a 2.000 abitanti, con più di 2.000 abitanti e le città metropolitane. Nel primo caso il massimo dei migranti assegnati è 5; nell'ultimo si scende a 1,5 ogni mille abitanti. Fermo restando che ogni Comune può chiedere di accogliere più persone di quante glie ne spetterebbero secondo il modello messo a punto. Il pilastro del Piano è l'adesione volontaria allo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo), da parte dei Comuni: chi non lo fa non potrà lamentarsi se gli verranno assegnati quote di migranti senza concertazione. E si pensa anche ad un progetto per fare accedere i richiedenti asilo al Servizio civile, evitando così che restino inoperosi sul territorio in attesa della definizione della domanda di protezione internazionale.
La riorganizzazione complessiva del sistema di accoglienza sarà fatta anche alla luce del check up straordinario di tutte le strutture presenti ad opera della task force nominata dal ministro Alfano.
Il Gazzettino