Meloni più «affidabile» ma meno «coerente». Le pagelle degli italiani dopo (quasi) un anno a palazzo Chigi e il confronto con gli altri premier

Il sondaggio realizzato da Lab21.01 e presentata ieri sera a "La Piazza"

Meloni più «affidabile» ma meno «coerente». Le pagelle degli italiani dopo (quasi) un anno a palazzo Chigi
Meloni promossa, la sua squadra no. Quando al giro di boa del primo anno dell'esecutivo mancano poco meno di due mesi inizia ad avvinarsi il tempo delle pagelle per il governo...

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Meloni promossa, la sua squadra no. Quando al giro di boa del primo anno dell'esecutivo mancano poco meno di due mesi inizia ad avvinarsi il tempo delle pagelle per il governo della premier. E se i voti degli italiani secondo i sondaggi promuovono (quasi) in toto Meloni, la premier sembra avere un rendimento in calo su innovazione, impegno sociale e coerenza. A sostenerlo è in particolare la rilevazione realizzata da Lab21.01 e presentata ieri sera a "La Piazza", kermesse del sito Affari Italiani a Ceglie di Messapica, nel brindisino. I numeri - ottenuti con 2mila interviste realizzate nell'ultimo mese - dicono che a fronte di una buona capacità mediatica (8), di uno stile comunicativo e di un'empatia (rispettivamente 7,5 e 7) apprezzati, a quasi 365 giorni dall'insediamento a palazzo Chigi non hanno convinto la sua squadra (voto 5) nè del tutto le sue ricette. Confrontando le opinioni sul primo giro di boa meloniano con quelle sui passati governi, la premier risulta infatti più gradita di Letta, Renzi e Conte (fermi al 41, 46 e 47% dell'apprezzamento) ma alla pari con Draghi e meno di Berlusconi (52 a 48 in punti percentuali). 

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Il trend resta quindi positivo. Tant'è che, analizzando il profilo d'immagine di Meloni, tra il 2022 e il 2023 la premier non sembrerebbe aver deluso le aspettative. Tirando le somme di Lab21.01, Meloni ha dimostrato di essere più "capace", "brillante", "competente" e "onesta". Ma anche più interessata "ai propri interessi", meno "innovatrice" e meno "impegnata a livello civico e sociale". In altri termini, ha in qualche modo accusato la responsabilità di guidare il Paese. E infatti tra gli intervistati sussiste l'opinione che sia meno "coerente", "vicina alla gente" e disposta a "tutelare le pari opportunità" rispetto a prima, per quanto più "affidabile", "positiva" e in grado di ispirare "fiducia". Un bilancio quantomeno in parità che nasconde le inevitabili insidie di stare a palazzo Chigi. Il rischio ora, è quindi che si aggravi con le Europee in vista. Specie perché siamo alla vigilia della redazione della Manovra e di una serie di appuntamenti cruciali per il Paese in Ue (riforma Patto di Stabilità, Mes e revisione del Pnrr).

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Il Gazzettino