Melania, lettere d'amore a Parolisi Messaggi choc dalle ammiratrici

Salvatore Parolisi
ROMA - Ci risiamo. Il fascino dell’Eroe Negativo colpisce ancora. O almeno, il fascino di colui che la Procura di Ascoli considera un eroe negativo - Salvatore Parolisi da...

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ROMA - Ci risiamo. Il fascino dell’Eroe Negativo colpisce ancora. O almeno, il fascino di colui che la Procura di Ascoli considera un eroe negativo - Salvatore Parolisi da Frattamaggiore - tanto da averne ordinato due settimane fa l’arresto per l’omicidio della povera moglie Melania. Non che prima di andare in carcere Parolisi di fascino non ne avesse: lo dicono i suoi amori in caserma, lo dicono le pagine dell’inchiesta sulla morte della moglie.




Ma adesso è diverso: il caporal maggiore del 235° Reggimento Piceno sta ricevendo tante lettere di ammiratrici anche nel carcere di Teramo, dove è stato trasferito, anche da imputato di omicidio con le aggravanti della crudeltà e della minorata difesa, anche dopo tutte le poco convincenti esibizioni televisive e non che è stato capace in questi tre mesi e mezzo di concedere (Melania è stata uccisa il 20 aprile, il lunedì della Settimana Santa).



Sono donne innamorate, quelle che scrivono. Sono brevi messaggi del tipo «Sono qui che ti aspetto» oppure «Salvatore ti voglio bene», dei quali è ovviamente difficile avere il testo completo per la stretta sorveglianza alla quale il giovane militare è sottoposto in carcere. Sono la testimonianza, comunque, che l’ombroso caporale napoletano non ha perso nulla del suo appeal, neanche da detenuto. Che i suoi occhialoni da sole -che poi sono gli occhiali di Melania, quelli che sfoggiò con spavalderia anche il giorno dei funerali-, i suoi giubbotti, le sue camicie tutte sul rosa continuano a scatenare fantasie femminili.



Il pensiero va - ma è un pensiero sbagliato - ad altri detenuti famosi che in carcere ricevevano montagne di lettere, a Erika De Nardo che insieme al fidanzatino Omar uccise madre e fratello a Novi Ligure, al massacratore del Circeo Angelo Izzo, che proprio attraverso uno scambio epistolare arrivo a sposarsi nel carcere di Velletri, a Pietro Maso che vent’anni fa stermino i genitori per l’eredità.



Il pensiero è sbagliato innanzitutto perché questi sono assassini conclamati, a tutti i livelli di giudizio, e Parolisi, in fondo, è solo un detenuto in attesa di giudizio (forse il caso a lui più vicino è quello di Amanda Knox, che sta trepidando per la sentenza d’appello). Ed è doppiamente sbagliato, questo rimando, perché mentre in quei casi si trattava solo di analizzare un perverso fenomeno di costume -molto indotto dalla tv, come anche oggi- nel caso del marito di Melania, e qui si capisce anche la segretezza dalla quale vengono circondati, i messaggi potrebbero avere anche una certa attinenza con le indagini.



Se non altro lo sperano gli investigatori teramani chiamati a raccogliere il testimone dei loro colleghi di Ascoli. Sperano di raccogliere tra quelle lettere, cioè, i tasselli che mancano all’inchiesta, che qualcuna si decida a scrivergli, a parlargli fornendo magari involontariamente elementi utili a chiarire i mille lati rimasti oscuri di questo delitto. E’ un momento delicatissimo, e Salvatore Parolisi resta sempre al centro del ring.
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Il Gazzettino