Massacra di botte la compagna incinta, arrestato dalla Polizia a Latina

Massacra di botte la compagna incinta, arrestato dalla Polizia a Latina
Un uomo di 26 anni è stato arrestato la notte scorsa da personale della Polizia di Stato intervenuto dopo l'allarme lanciato da alcuni residenti di via Villafranca, a...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Un uomo di 26 anni è stato arrestato la notte scorsa da personale della Polizia di Stato intervenuto dopo l'allarme lanciato da alcuni residenti di via Villafranca, a due passi dal centro cittadino. All'interno dell'appartamento dove il giovane vive con la compagna   provenivano grida di aiuto da parte di una donna.


Gli agenti della Volante hanno fermato Chris Nnadirinwa, nigeriano,  il quale tentava inutilmente di fuggire  dopo aver pesantemente picchiato la convivente, una connazionale del 1996, ed averla rapinata del permesso di soggiorno.

La donna, all’ottavo mese di gravidanza, veniva immediatamente soccorsa, poiché presentava numerose ecchimosi e una preoccupante difficoltà respiratoria. L’uomo, per futili motivi, l’aveva più volte malmenata con pugni e morsi, afferrandola addirittura per il collo, rischiando di strangolarla, motivo per il quale veniva accompagnata con un’autoambulanza al pronto soccorso per gli accertamenti di rito.

Dalle indagini svolte nell’immediatezza dagli operatori della Volante, che riuscivano a vincere le remore della donna, si scopriva che l’aggressore aveva già in passato più volte sottoposto la sua convivente a maltrattamenti, costringendola a ricorrere alle cure dei sanitari del pronto soccorso, episodi che la vittima non aveva mai denucziato per il timore di ritorsioni.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino