Mascherine? Non è tempo di toglierle. L'infettivologo: «Anche all'aperto bisogna stare distanti»

Mascherine? Non è tempo di toglierle. L'infettivologo: «Anche all'aperto bisogna stare distanti»
«Anche se ci troviamo in zona bianca, dobbiamo continuare a mantenere le misure di contenimento, ossia uso della mascherina, distanziamento, lavaggio delle mani». Per...

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«Anche se ci troviamo in zona bianca, dobbiamo continuare a mantenere le misure di contenimento, ossia uso della mascherina, distanziamento, lavaggio delle mani». Per Massimo Andreoni, direttore di Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali, i comportamenti anticovid non devono cambiare, neppure per i vaccinati. «Le precauzioni - mette in guardia - sono indispensabili per evitare che il virus continui a circolare e possa diffondersi una nuova variante».

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Le regole attuali, meno restrittive, sono il segnale che il rischio di contagio è quasi passato?
«No, affatto. Stanno a indicare che la situazione è abbastanza sotto controllo e che le cose vanno discretamente bene. Però non vuol dire che tutto sia finito. Il virus continua a circolare, quindi dobbiamo fare attenzione e avere pazienza fino a quando avremo una condizione sotto controllo, ossia quando sarà vaccinata una quantità sufficiente di persone da avere l'immunità di gregge. A quel punto, potremo essere più tranquilli».


E quando sarà possibile?
«È complicato a dirsi. Probabilmente dovremo aspettare l'autunno, visto che probabilmente ora avremo un piccolo rallentamento nella campagna vaccinale per le decisioni ultime prese dal governo sulla questione di AstraZeneca. Quindi, è ipotizzabile che potremo raggiungere l'immunità di gregge a settembre, auspicabilmente con la riapertura delle scuole».


Ma le mascherine sono ancora indispensabili?
«In questa fase vanno tenute, a meno che non ci si trovi in un ambiente esterno e non siamo sufficientemente distanziati. In caso contrario, dobbiamo fare sempre attenzione e continuare a mantenere tutte le misure».


Anche chi si è vaccinato?
«La vaccinazione l'abbiamo fatta su un numero troppo piccolo della popolazione per poter pensare che sia sufficiente per ridurre la circolazione del virus. Ricordiamo che 40milioni di dosi somministrate non corrispondono a 40 milioni di vaccinati».


Quindi, in sostanza, anche se in zona bianca le precauzioni restano invariate?
«Dobbiamo ancora tenere le misure di contenimento secondo le prescrizioni attuali. Quindi, non è che non si possa andare al ristorante ma bisogna stare distanziati. All'aperto, si può stare senza mascherine, ma solo se c'è il distanziamento».


Il focolaio che si è diffuso di recente in una palestra a Milano dimostra però che, con tutte le precauzioni, il rischio di contagio c'è sempre.
«Proprio per questo, non dobbiamo mai abbassare la guardia. Soprattutto nei luoghi chiusi, una piccola disattenzione può comportare la partenza dell'infezione».


In Inghilterra preoccupa la variante Delta. Anche in Italia corriamo lo stesso rischio?
«Certamente sì. In realtà, gli inglesi hanno puntato sulla somministrazione della prima dose, e questo ha permesso di vaccinare più persone. Ma sono stati sfortunati, perché è arrivata una variante che è molto poco protetta dalla singola somministrazione. Se ora la stessa variante circolasse in Italia, noi avremmo solo 15milioni di persone che hanno già fatto le due dosi, e sarebbero meno a rischio. Ma i restanti 25milioni, che ne hanno fatto soltanto una, sarebbero protetti solo al 30 per cento. Non dimentichiamo che la capacità di diffusione di una variante è molto rapida. In Inghilterra, quella indiana ha soppiantato l'inglese».


E come possiamo evitarlo?


«Per scongiurare questo pericolo dobbiamo continuare a vaccinare il più possibile, facendo anche la seconda somministrazione. E intanto continuiamo a mantenere tutte le misure di contenimento». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino