Manovra, via libera alla cannabis light. E slitta il mercato libero dell’energia

La cannabis entra nel disegno di legge di Bilancio, con un emendamento che punta a risolvere la questione dei prodotti venduti nei negozi: un emendamento presentato dal M5S...

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La cannabis entra nel disegno di legge di Bilancio, con un emendamento che punta a risolvere la questione dei prodotti venduti nei negozi: un emendamento presentato dal M5S stabilisce che con una presenza di principio attivo Thc non superiore allo 0,5 per cento non si potrà parlare di sostanza stupefacente. In questo modo viene superata la situazione che si era creata lo scorso maggio con la sentenza delle Sezioni unite della Cassazione: i giudici avevano in qualche modo posto un freno allo sviluppo di questo settore, lamentando però allo stesso tempo l’ambiguità di una legge; che da una parte parla della coltivazione ma non della commercializzazione, dall’altra prendeva a riferimento un intervallo tra 0,2 e 0,5 per cento per delimitare la presenza di Thc.


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IL DIBATTITO
La novità è contenuta nel provvedimento approvato dalla commissione Bilancio del Senato - al termine di una lunga maratona - e ora all’esame dell’aula. Il dibattito sarà rapido: domani scade il termine per la presentazione degli emendamenti e lunedì è in programma il voto di fiducia. Le ultime giornate di esame del provvedimento sono state caratterizzate dagli ultimi ritocchi del governo alle proprie misure, ma anche dalle varie micro-misure presentate dai parlamentari. Nella prima categoria rientra la versione aggiornata della tassa sulla plastica, o più precisamente sui prodotti mono-uso: il prelievo è stato portato da 0,5 a 0,45 euro per chilo di prodotto, ma l’ambito di applicazione si allarga ricomprendendo il tetrapak che pochi giorni fa era stato escluso.

L’esecutivo ha aggiustato il tiro anche sul cosiddetto “bonus facciate”: l’agevolazione, che permette di portare in detrazione il 90 per cento delle spese sostenute per il rifacimento esterno degli immobili dovrà rispettare le prescrizioni sul risparmio energetico nel caso i lavori abbiano una componente di questo tipo. A differenza di quanto era stato previsto in precedenza in commissione, il beneficio riguarderà solo le persone fisiche e non anche le società: ad esempio quindi non potranno usufruire dello sconto gli alberghi. Sempre a proposito di lavori di ristrutturazione, sarebbe stato trovato un compromesso sul cosiddetto “sconto in fattura”, ovvero la possibilità per il contribuente di incassare subito il vantaggio fiscale trasferendolo all’impresa. Una modalità che risulta più penalizzante per le piccole imprese e che d’ora in poi dovrebbe essere usata solo per i lavori al di sopra dei 200 mila euro di importo.

LE PROROGHE

Un altro emendamento sposta di nuovo in avanti la fine del regime della “maggior tutela” per l’energia: l’obbligo per i consumatori di rifornirsi sul mercato libero, che attualmente era fissato al primo luglio 2020, slitta al primo gennaio 2022. È l’ultima di una serie di proroghe. Infine, aumenta la possibilità di detrarre (al 19 per cento) le spese veterinarie: l’attuale tetto di 387,34 euro sale a 500. Il maggiore sconto si aggira sui 21 euro per contribuente. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino