Una botta al cerchio ed una alla botte. Matteo Salvini tira il freno sulla prossima manovra. Il leader della Lega assicura, uscendo da Palazzo Chigi dopo aver guidato il Consiglio...
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Ma in serata parlando con gli amministratori locali della Tuscia a Viterbo chiarisce che le regole europee il governo le vuole comunque modificare. «La revisione del Patto di stabilita? È una delle cose di cui ho parlato con il ministro Tria», racconta. La Lega farà un primo punto domani, con una riunione dedicata proprio alle priorità da inserire nel ddl di metà ottobre, partendo probabilmente dalla flat tax per gli autonomi e dalla pace fiscale. Ma tra domani e dopodomani ad incontrarsi saranno anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i due vicepremier e Giovanni Tria.
Non a caso, nonostante le dichiarazioni in successione di molti esponenti dell'esecutivo, il ministro degli Affari europei, Paolo Savona, non ha voluto sbilanciarsi al termine del consiglio dei ministri sul tema degli ultimi giorni, lo sforamento o meno del fatidico parametro del 3% nel rapporto deficit-Pil, e ha invitato a pazientare ancora «un paio di giorni», per capire quale sarà la linea politica dell'esecutivo. Rientrato da meno di 48 ore dal viaggio in Cina, Tria è già al lavoro al Tesoro con i suoi più stretti collaboratori per definire il nuovo quadro macroeconomico per il 2018 e il 2019. Il primo passo in vista della messa a punto della manovra è infatti la Nota di aggiornamento al Def attesa per la settimana tra il 24 e il 29 settembre. Il Mef non ha intenzione di anticiparla, come chiede a gran voce Forza Italia, ma preferisce aspettare gli ultimi dati sui conti economici dell'Istat, in arrivo il 21 settembre, per fare i calcoli definitivi.
La famosa tabella sugli indicatori di finanza pubblica fisserà gli obiettivi di deficit, saldo strutturale e debito pubblico, nella consapevolezza che proprio il debito dovrà dare segnali di discesa, anche considerando la ormai imminente fine del Qe.
Il Gazzettino