Manovra, il governo aumenta lo stipendio ai ministeriali. Lite su auto e pensioni

ROMA - La norma è spuntata a sorpresa. Mentre tutti i sindacati del pubblico impiego erano concentrati sulle risorse per il rinnovo dei contratti pubblici, nelle pieghe...

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ROMA - La norma è spuntata a sorpresa. Mentre tutti i sindacati del pubblico impiego erano concentrati sulle risorse per il rinnovo dei contratti pubblici, nelle pieghe della manovra è stato inserito un comma che potrebbe comportare, nel tempo, aumenti e anche consistenti per alcuni. Ma non per tutti. A beneficiarne sarebbero soltanto una parte dei funzionari dei ministeri e della Presidenza del Consiglio dei ministri. Di che si tratta? L’articolo 15 della legge di bilancio prevede una «armonizzazione» dei trattamenti accessori dei ministeriali e dei dipendenti di Palazzo Chigi. La manovra stanzia a questo scopo cento milioni di euro, novanta milioni destinati ai funzionari e dieci milioni ai dirigenti. 



LE LITI

Auto aziendali e rivalutazione delle pensioni fanno saltare la tregua nella maggioranza. Mentre si attende l'invio in Senato del testo del disegno di legge di Bilancio, si accende la discussione su alcune delle misure inserite nel testo. Quella che riguarda le auto date in uso promiscuo ai dipendenti ha scatenato la reazione del settore, dell'opposizione ma anche di vari esponenti della maggioranza di governo. E il ministro dell'Economia ha già annunciato una parziale correzione di rotta. «Le auto elettriche e quelle ibride non saranno colpite» ha spiegato Gualtieri, annunciando che «la misura potrà essere ulteriormente migliorata». Mentre da fonti del ministero dell'Economia si è saputo che il controverso articolo sarà corretto per graduare gli aumenti appunto in base all'impatto inquinante.



Intanto il presidente del Consiglio Conte ha voluto dare una risposta più complessiva, definendo «bugie» le ricostruzioni secondo cui la manovra «aumenta la pressione fiscale complessiva». A suo avviso si tratta invece di «una manovra fortemente redistributiva».


Nella bozze che circolano, compresa quella aggiornata a ieri mattina, la tassazione sull'auto in quanto fringe benefit passava dal 30 al 100 per cento del valore convenzionale (determinato in base alle tabelle Aci) con un maggior esborso di qualche migliaio di euro per i dipendenti e danni finanziari per le imprese costrette a versare maggiori oneri sociali. La stretta riguarderebbe 2 milioni di vetture di questo tipo, calcola l'Aniasa, l'associazione che in Confindustria rappresenta il noleggi, paventando il rischio che «si uccida il settore» con conseguenze su tutta l'industria automobilistica. Sulla stessa linea altre associazioni, Anfua, Assilea, Federauto e Unrae, che chiedono tutte all'esecutivo di ritirare il provvedimento. Di fatto l'attuale livello di tassazione verrebbe triplicato, ma il probabile effetto sarebbe rendere non più conveniente questa soluzione. La correzione a cui sta lavorando il Mef prevede tassazione al 30% per le ibride-elettriche, al 60 per le altre e al 100 per le vetture super-inquinanti.
 

L'ADEGUAMENTO

Diversa ma ugualmente spigolosa è la questione della rivalutazione delle pensioni. Nel testo della legge di Bilancio è stata inserita la già annunciata modifica per le pensionI comprese tra tre e quattro volte il minimo Inps (dunque fino a poco più di 2 mila euro lordi mensili). Una piccola e praticamente simbolica risposta ai sindacati, che chiedevano di ripristinare il meccanismo quasi pieno di rivalutazione, al posto di quello per fasce di reddito confermato lo scorso anno dal governo Conte 1. In realtà gli assegni fino a quattro volte il minimo godono già con le regole attuali di un adeguamento praticamente totale all'andamento dei prezzi: 97 per cento invece del 100 per cento riconosciuto ai trattamenti fino a tre volte il minimo. Dunque il miglioramento sarebbe minimo e pari a pochi euro l'anno (circa 3), in un contesto di bassa inflazione. Non un buonissimo viatico per l'incontro tra i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil e il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, in programma lunedì . Per Ivan Pedretti (Cgil) l'intervento annunciato è «un'elemosina». Stesso concetto usato da Patrizia Volponi (Cisl). Domenico Proietti della Uil parla invece di «rivalutazione imbarazzante».
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Il Gazzettino