Mancano i soldi e anche l'accordo sulle misure. A ventiquattro ore dal Consiglio dei ministri, la legge di bilancio è ancora in gran parte da scrivere. E il confronto...
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Un vertice notturno di maggioranza convocato dal premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi serve a sbloccare l'impasse e permettere di mettere a punto i testi del Documento programmatico di bilancio, da inviare a Bruxelles, e del decreto fiscale che accompagnerà la manovra. Nel pomeriggio i sottosegretari dei quattro partiti di maggioranza (Misiani, Castelli, Baretta, Guerra, più Marattin per Iv) vengono convocati dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri con i tecnici per cercare una sintesi, a partire dal decreto fiscale che dovrebbe garantire gran parte delle coperture stimate dalla lotta all'evasione (7 miliardi) ma che ad ora ne darebbe poco più della metà. La ragioneria, a quanto riferisce una fonte parlamentare, avrebbe fatto sapere che le proposte avanzate dai partiti negli ultimi giorni sforerebbero di gran lunga le coperture indicate nel Def.
Ma a ridosso del varo della manovra, come sempre, gli appetiti crescono. Sembra quasi un gabinetto di guerra quello che Luigi Di Maio riunisce in mattinata a Napoli, con ministri e sottosegretari M5s. Si mettono a punto le proposte finali e, nell'atmosfera della kermesse per i dieci anni del Movimento, si rilanciano cavalli di battaglia. Il leader pentastellato ripropone l'idea di tagliare il cuneo fiscale per le imprese, legando questa misura al salario minimo. Sembra voler lanciare un amo a Matteo Renzi ma così coglie di sorpresa Pd e Leu: nel programma di governo i Dem hanno ottenuto l'impegno a tagliare le tasse per i lavoratori. Le stesse imprese - ricordano - si sono dette più favorevoli al taglio delle tasse in busta paga. Il sospetto di qualcuno è che in realtà il Movimento alzi il tiro per incassare un avvio di assegno unico per i figli, una misura invocata da tutti i partiti di maggioranza, ma finora non previsto in manovra. Nel Pd Graziano Delrio e Tommaso Nannicini propongono che si garantisca l'avvio nel 2020 dell'assegno iscrivendo già in manovra un fondo («Assegno unico e dote servizi») che metta insieme tutte le risorse stanziate per gli asili nido e altri bonus, per poi diventare la base dell'assegno unico previsto dalla legge delega Pd in esame alla Camera.
Se non passerà subito, già si annunciano emendamenti in Parlamento.
Il Gazzettino