Estorsione con metodi mafiosi per un debito di droga, versa 350mila euro: un arresto

La vittima un 36enne della Valcomino, al presunto estorsore contestato il metodo mafioso

Taglieggiato per un debito di droga, versa 350 mila euro: un arresto
La sua vita e quella della sua famiglia, da quando aveva accumulato quel maxi debito di droga, per oltre 350 mila euro, era diventata un inferno. Minacce, intimidazioni con un...

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La sua vita e quella della sua famiglia, da quando aveva accumulato quel maxi debito di droga, per oltre 350 mila euro, era diventata un inferno. Minacce, intimidazioni con un solo fine: ottenere quel pagamento. Quell'incubo è finito l'altra sera, quando a Roma è stato fermato il presunto autore di quelle condotte estorsive. Si tratta di Daniele Salvatori, 46 anni, residente nel quartiere romano di Cinecittà, già noto alle forze dell'ordine: per gli inquirenti è gravemente indiziato di essere responsabile di estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso ai danni del 36enne residente nella Valcomino.

Il blitz è scattato nella tarda serata di lunedì, quando i carabinieri del Nucleo investigativo di Roma, con la collaborazione dei colleghi della compagnia di Piazza Dante, al termine di un'attività investigativa portata avanti da tempo, hanno dato esecuzione a un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Roma a carico del 46enne. Il cerchio si è chiuso quando il pubblico ministero titolare del fascicolo ha ritenuto sussistenti gli elementi per il fermo e lo ha emesso.

LE ACCUSE

In particolare, nel corso delle indagini sarebbe emerso che, in concorso con altre persone - in via di identificazione - attraverso reiterate minacce di morte, anche con l'uso di armi, abbia costretto anche la madre e il fratello della vittima a corrispondergli la somma di circa 350 mila euro, per estinguere debiti contratti a seguito dell'acquisto di sostanze stupefacenti. Le diverse somme di denaro estorte sarebbero state elargite principalmente in contanti, ma anche sotto forma di bonifici a favore di soggetti inseriti nella cerchia relazionale dell'uomo, tra i quali alcuni suoi parenti.

IL PRECEDENTE

Il 46enne, come spiegato dagli investigatori, lo scorso mese di ottobre era stato arrestato dai carabinieri di Cassino per la detenzione di una pistola scacciacani modificata. In questo caso il controllo era scattato dopo una segnalazione di un'automobile sospetta nella Valle di Comino. All'arrivo di una pattuglia dei carabinieri della sezione operativa di Cassino, a bordo di un mezzo di grossa cilindrata, l'uomo si era allontanato dal luogo della segnalazione.

Nel giro di poco il mezzo era stato bloccato e dalla perquisizione era emersa la pistola modificata. Al termine dei controlli c'era stato l'arresto del romano e di un ragazzo di 23 anni della zona, per la detenzione della pistola che in origine era una scacciacani, ma dopo essere stata accuratamente modificata era diventata un'arma a tutti gli effetti in grado di uccidere. Ieri, dopo il fermo, è emerso che il 46enne, assieme al ciociaro, si trovava nella Valle di Comino nei pressi dell'abitazione della vittima e della sua famiglia. Nelle prossime ore la Dda chiederà al Gip la convalida del fermo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino