Mafia Capitale, la relazione del prefetto «Municipio infiltrato, Ostia da sciogliere»

Mafia Capitale, la relazione del prefetto «Municipio infiltrato, Ostia da sciogliere»
Venti dirigenti apicali, a partire dal segretario generale, da rimuovere e soprattutto la richiesta di sciogliere per mafia il X Municipio, quello di Ostia, il mare dei romani:...

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Venti dirigenti apicali, a partire dal segretario generale, da rimuovere e soprattutto la richiesta di sciogliere per mafia il X Municipio, quello di Ostia, il mare dei romani: con i suoi 229 mila abitanti, diventerebbe l’ente locale più popoloso tra quelli sciolti per infiltrazioni criminali in Italia.




Da ieri pomeriggio la relazione del prefetto Franco Gabrielli è sul tavolo del ministro degli Interni Angelino Alfano. Cento pagine nelle quali si fotografa la macchina amministrativa del Comune ai tempi di Mafia Capitale e soprattutto si tirano le somme dell’accesso agli atti iniziato sei mesi fa e discusso l’altro giorno al comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, allargato al procuratore capo Giuseppe Pignatone.



Il Viminale ha ora a disposizione tre mesi di tempo per decidere sullo scioglimento anche se lo stesso ministro specifica che prenderà una decisione molto prima. «La mia - spiega - non sarà una decisione preconfezionata o precostituita, ma formerò il mio convincimento in base alla relazione del prefetto».



Gabrielli non chiederà ad Alfano lo scioglimento per mafia di tutto il Comune di Roma (solo Ostia), ma l’applicazione del comma 5 dell’articolo 143 del Testo unico sugli enti locali. Di fatto sarà commissariato mezzo Comune: in venti, tra dirigenti e funzionari, saranno rimossi e sottoposti a procedimenti disciplinari.



I PROVVEDIMENTI Tra loro spicca Liborio Iudicello segretario generale di Palazzo Senatorio, in auge con la giunta Alemanno e confermato finora anche da quella Marino. E’ l’uomo che ha “vistato” tutti gli atti della macchina capitolina. Gli altri burocrati finiti nella «lista Gabrielli», come la chiamano al Viminale, sono riconducibili ai dipartimenti più attaccati dal malaffare di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. Perle di una collana che negli anni ha costituito «una sistematica infiltrazione del tessuto imprenditoriale e delle istituzioni locali - si legge nella relazione della commissione d’inchiesta - attraverso un diffuso sistema corruttivo».



Che passava appunto dagli affidamenti diretti alla cooperative di Buzzi, a partire dalla 29 Giugno, attraverso i debiti fuori bilancio. I settori aggrediti dal sodalizio criminale e che presto saranno bloccati sono principalmente tre: Ambiente, Servizi sociali e Patrimonio. L’inchiesta Mafia Capitale ha già colpito cinque dirigenti, altrettanti funzionari e un istruttore (ex articolo 90). Uno solo di questi è stato arrestato e subito sospeso (Gaetano Altamura), altri sono stati indagati o compaiono semplicemente nelle carte dell’ordinanza. A questi si aggiungono altre dieci posizioni nuove. Fanno parte di una filiera di coletti bianchi che, attraverso i politici, «alterava il procedimento di formazione degli organi elettivi e amministrativi».



IL LITORALE La scossa di Gabrielli arriva fino a Ostia. Nella sua relazione il prefetto chiede al ministro Alfano di sciogliere per mafia il X Municipio. Il Viminale la porterà al tavolo del consiglio dei ministri che si esprimerà sul provvedimento. Così facendo sarà nominato un commissario prefettizio che “reggerà” il decimo municipio per 18 mesi, prima di ritornare alle elezioni. Il caso Ostia scoppiò subito nella prima fase di Mafia Capitale quando emersero gli interessi di Buzzi e Carminati sul litorale.



«Tassone è nostro, eh... è solo nostro... non c’è maggioranza e opposizione, è mio», dicevano nelle intercettazioni i due ras. Tassone era il presidente del X municipio, arrestato a giugno nella seconda tranche dell’inchiesta, quando già non era più in carica: si dimise prima, dopo un tentativo un po’ forzato da parte del Pd, di puntellarlo con una giunta della legalità. Esperienza mai nata e poi rimossa dopo l’arresto. Nel frattempo Marino ha nominato come delegato l’assessore Alfonso Sabella, chiamato a ripristinare la legalità in un territorio infiltrato dalla malavita. Esperienza destinata a finire.
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Il Gazzettino