«Fascisti, dovete morire». Così la maestra elementare urlava, in mezzo alle telecamere, all'indirizzo della polizia. Oggi per Flavia Lavinia Cassaro, 38...
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Ci furono scontri con le forze dell'ordine schierate per sbarrare il passo ai dimostranti.
«È passato il principio - commenta Cosimo Scarinzi, del sindacato Cub Scuola - che l'insegnante è tale anche se si trova fuori dall'orario di servizio. Una decisione davvero brutta e pesante. Tanto più che a Cassaro sono state accollate anche le spese legali anziché suddividerle tra le parti, come accade abitualmente: una condanna aggiuntiva a una donna senza lavoro. Come se avessero voluto colpirla sul piano personale». «In ogni caso - annuncia il sindacalista - la nostra valutazione complessiva non cambia. E ora decideremo quali passi compiere per continuare a tutelare Flavia».
«Non dico di non avere commesso errori - spiegò Cassaro nel presentare i termini del suo ricorso - ma è doveroso far notare che il licenziamento è una punizione sproporzionata, giunta al termine di un percorso in cui è stata sovvertita la procedura normale». E tutto per «due minuti di esasperazione» dettata dagli avvenimenti di quella sera. Cassaro era stata anche indagata per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino