M5S, censura a Di Maio. Grillo furioso con Conte: «Il Movimento sparisce»

M5S, censura a Di Maio. Grillo furioso con Conte: «Il Movimento sparisce»
Sulle pagine del suo blog, un tempo frequentate con assiduità dai parlamentari pentastellati in dubbio sulla linea da seguire, ieri si discettava di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Sulle pagine del suo blog, un tempo frequentate con assiduità dai parlamentari pentastellati in dubbio sulla linea da seguire, ieri si discettava di «supervermi» che mangiano il polistirolo. Ma nonostante l'apparente distacco di Beppe Grillo dalle beghe del Movimento (salvo ribadire il suo no a ogni ipotesi di terzo mandato), nelle scorse ore il garante ha comunque deciso di far sentire la propria voce. Lo ha fatto negli scambi e nei colloqui riservati con i parlamentari, specie quelli considerati più fedeli al Movimento delle origini. E il messaggio recapitato dal fondatore è stato chiaro. «Bisognava evitare lo scontro». Le dichiarazioni di guerra lanciate da Di Maio contro Conte «dovevano essere ignorate». Cavalcarle è stato un errore: «Così ci biodegradiamo in tempi record», la previsione dell'ex comico (cui restano care le metafore ecologiste). Su tutte le furie, pare, proprio per quel termine, «espulsione», che per Grillo non andava neanche evocato. Anche per questo tra oggi e domani il garante sarà a Roma, con l'obiettivo di riportare lo scontro al di qua del punto di non ritorno.

 


È la strada suggerita dai pontieri del Movimento, che fino all'ultimo hanno chiesto di provare a ricucire lo strappo tra l'ex premier e il titolare della Farnesina. Su tutti l'ex ministro Alfonso Bonafede e il capogruppo a Montecitorio Davide Crippa. Convinti che avventurarsi sul fronte dei «provvedimenti» contro il ministro degli Esteri non avrebbe fatto altro che lacerare ulteriormente una compagine già dilaniata da settimane di scontri ad alzo zero. Alla fine, è la linea che ha prevalso nel Consiglio nazionale di domenica sera, andato avanti fino all'una di notte proprio trapela dai partecipanti per la difficoltà di fare sintesi tra le due posizioni. Ieri la nota ufficiale post vertice: le frasi di Luigi Di Maio sul Movimento colpevole di «disallineare» l'Italia dall'Ue e dalla Nato sono «inveritiere e irrispettose». «Esternazioni mettono a verbale i vertici contiani del Movimento senza fondamento alcuno», che gettano «grave discredito sull'intera comunità politica del M5s». È l'annunciata sfiducia a Di Maio, quel «corpo estraneo» (copyright di Riccardo Ricciardi, uno dei cinque vice di Conte) che «non parla più a nostro nome». Al contrario: le parole del ministro «distorcono le chiare posizioni assunte» sulla guerra in Ucraina dal M5S, che «mai ha posto in discussione la collocazione del nostro Paese» nell'ambito delle alleanze internazionali. Motivo per cui «il Consiglio nazionale conclude il documento ufficiale dei contiani confida che cessino queste esternazioni lesive dell'immagine e della credibilità dell'azione politica» dei pentastellati.

 

 

Il botta e risposta

Ma ieri a schierarsi contro Di Maio è stato anche un altro big della prima ora, rimasto finora in silenzio. Il presidente della Camera Roberto Fico, che in mattinata da Napoli bolla come «mistificazioni» le accuse rilanciate a più riprese dall'ex capo politico. «Dire che il Movimento è contro la Nato è una stupidaggine affonda Fico qualcosa che fa male a tutta la nostra comunità». Nessuno scontro Conte-Di Maio: semmai «è Di Maio contro M5s», rintuzza il presidente della Camera. Frasi che per lo staff del ministro lasciano «stupiti e stanchi», visto che gli attacchi arrivano da «titolari di importanti cariche istituzionali» proprio mentre Di Maio partecipa al Consiglio Affari Esteri in Lussemburgo per discutere di guerra. «C'è un limite a tutto: non si può continuare a indebolire il governo italiano davanti al mondo che ci osserva».
Ancor più duro va giù il senatore dimaiano Vincenzo Presutto, che dipinge uno scenario da «crisi epocale» dei grillini: «Siamo partiti da un Movimento partecipativo dal basso, che non voleva contributi pubblici. Ora le nomine sono tutte designate, peggio che negli altri partiti». La scissione? «Se necessario, siamo pronti». La pax invocata da Grillo sembra tutt'altro che a portata di mano.

 

 


 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino