M5s, Casaleggio impone retromarcia ai deputati su bocciatura capo comunicazione: «Si rivoti»

M5s, Casaleggio impone retromarcia ai deputati su bocciatura capo comunicazione: «Si rivoti»
Si terrà stasera l'assemblea dei deputati M5S chiamati a votare nuovamente su Ilaria Loquenzi, il capo dello staff comunicazione di Montecitorio silurata mercoledì scorso...

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Si terrà stasera l'assemblea dei deputati M5S chiamati a votare nuovamente su Ilaria Loquenzi, il capo dello staff comunicazione di Montecitorio silurata mercoledì scorso dagli stessi deputati grillini, che avevano sgambettato la sua conferma con 26 voti contro 17. Il guru 5 stelle Gianroberto Casaleggio, furente dopo la bocciatura di Loquenzi, ha riproposto il suo nome e - riferiscono fonti parlamentari - il via libera dell'assemblea viene ormai dato per scontato.




In questi giorni, viene spiegato, il direttorio ma anche alcuni tra i fedelissimi - Manlio Di Stefano e Daniele Del Grosso in primis - hanno lavorato affinché si evitasse lo scontro frontale, invitando i contrari a cambiare idea sull'operato di Loquenzi, mal vista dai più soprattutto per la visibilità concessa ad alcuni a presunto danno di altri.



Stasera i deputati grillini dovranno esprimere nuovamente un voto sul suo nome, pur non menzionato nell'ordine del giorno (è riportata solo la "votazione su proposta di Grillo e Casaleggio"). I mediatori, per evitare nuove grane, si sono appellati soprattutto al "non statuto" degli eletti M5S, che al riguardo parla chiaro: sulla comunicazione decide lo staff di Grillo, quindi la Casaleggio associati.



E anche chi la settimana scorsa aveva votato contro Loquenzi sembra ora aver cambiato idea: «Effettivamente - dice uno dei 26 all'Adnkronos - noi deputati siamo chiamati solo a ratificare i nomi sulla comunicazione, non a decidere». Secondo i più maliziosi, il cambio di rotta sarebbe legato anche alle voci che si sono diffuse insistentemente tra i 5 Stelle subito dopo la bocciatura di Loquenzi: chi ha votato contro di lei rischia di bruciarsi la possibilità di un secondo mandato in Parlamento.



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Il Gazzettino