OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Il lungo abbraccio al fratello Mirko e alla nonna Ada, la mano poggiata sulla bara della madre al suo arrivo in chiesa poi, al termine della cerimonia funebre, Luca Traini si è inginocchiato ai piedi del feretro con la testa china sulle mani congiunte per l’ultima preghiera. È poi andato via scortato dagli agenti della polizia penitenziaria che lo hanno riportato al carcere di Montacuto dove il giovane è recluso dal 3 febbraio del 2018, giorno in cui compì il raid xenofobo per le vie di Macerata sparando e colpendo sei extracomunitari.
Per quei fatti il 31enne tolentinate è stato condannato in via definitiva a 12 anni di reclusione. Più volte aveva chiesto dei permessi (aveva chiesto anche di convertire la misura in quella degli arresti domiciliari ma senza esito), il 14 agosto scorso il magistrato di Sorveglianza gli aveva consentito di lasciare il carcere per qualche ora per raggiungere la madre, malata da tempo, ricoverata all’hospice dell’ospedale di San Severino. Un saluto, l’ultimo che Traini ha potuto fare alla 62enne negli ultimi giorni di vita.
Tentata strage Macerata, 12 anni a Traini: la Cassazione conferma la condanna
Ieri a salutare la donna, Luisa Scisciani, ex impiegata all’Agenzia delle entrate, sono state circa 200 persone che alle 16 hanno raggiunto la chiesa dello Spirito Santo.
Luca Traini, seduto tra la nonna Ada e il fratello Mirko ha più volte abbracciato i familiari, ai tre si è rivolto più volte il parroco, don Diego Di Modugno, nel corso della sua omelia ricordando: «la grandezza di questa donna che ha affrontato negli ultimi anni della sua vita tante difficoltà cominciando da quelle della salute. L’uomo è come il fiore di campo che dopo qualche giorno non c’è più. Vale la pena vivere questa piccola breve vita? Dio dice di sì, appoggiandosi a lui. Le prove della vita possono incattivirci, ma come cristiano dobbiamo vivere una vita che ci permetta di camminare in piedi, ma questo non può essere fatto da solo. Impariamo a metterci in chiaro cosa dobbiamo fare della nostra vita. Vostra madre vi ha dato tanto e continuerà a farlo anche se in modo diverso. Tra qui e il cielo le comunicazioni ci sono». Al termine della messa in tanti hanno abbracciato i figli di Luisa Scisciani, l’abbraccio più lungo e più affettuoso di Luca Traini è stato con una ragazza, interrotto dopo diversi minuti dagli agenti che hanno riportato Traini sul cellulare.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino