Lele Mora, il giallo della rapina nel campo rom: «Volevo comprare champagne, era un affare»

«Mi avevano detto che si poteva comprare champagne a buon prezzo, invece ci hanno solo fregato. Era una buona opportunità, la persona con cui dovevo fare l'affare...

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«Mi avevano detto che si poteva comprare champagne a buon prezzo, invece ci hanno solo fregato. Era una buona opportunità, la persona con cui dovevo fare l'affare è uno che conosce un sacco di locali che avevano chiesto le bottiglie e poi avrei guadagnato qualcosa. Nei momenti di crisi le provi tutte per guadagnare qualcosina, dovevo tirare fuori 10 mila euro. Ma non sapevo che sarei finito in un campo rom», racconta Lele Mora. L'ultima avventura che ha per protagonista l'ex agente dello spettacolo, condannato a sei anni e un mese per evasione fiscale, bancarotta e favoreggiamento della prostituzione, ha contorni ancora misteriosi. Lo scorso maggio, a Milano, Mora è entrato in un campo rom insieme a un pluripregiudicato con 40 mila euro in contanti per acquistare una partita di champagne ed è stato rapinato. A fornire la somma sarebbe stato il committente dell'affare, che poi ha cominciato a tormentarlo per riavere i soldi.


Lele Mora rapinato in un campo rom, è giallo. La Procura: «Storia molto fumosa»
 

L'ESTORSIONE
Ne è nata un'indagine per estorsione che viene descritta dagli investigatori come «molto fumosa», anche perché raccontata in modo diverso da tutti i protagonisti. E se l'ex impresario dello spettacolo non è né indagato né parte offesa nel procedimento, perché non ha mai denunciato alcuna rapina o estorsione ai suoi danni, ciò che c'è di certo sono i tre arresti per estorsione, effettuati lo scorso dicembre, che hanno portato in carcere, tra gli altri, Michele Cilla, gestore di un locale a Milano ed ex braccio destro di Guglielmo Fidanzati, presunto boss morto nel 2014 e figlio dello storico esponente di Cosa nostra Gaetano Fidanzati. Cilla è stato arrestato insieme a due persone a lui vicine, Claudio Agrani, in carcere, e Riccardo Spada, ai domiciliari.
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Il Gazzettino