ROMA Avvolta nel suo bomberino verde e con i lunghi capelli neri coperti dal cappuccio ha iniziato prima ad inneggiare contro gli agenti di polizia del reparto Mobile per poi...
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LA PRIMA
Corpo esile e longilineo quello della 35 enne Angela (la chiameremo così) che la scorsa notte, appunto, non si è fermata ma ha guidato insieme a un gruppo di circa 200 tifosi la rivolta contro gli agenti. Strenua supporter dei biancocelesti, è anche una storica militante di Forza Nuova (tanto che lo scorso 7 gennaio era alla commemorazione di Acca Larentia) e da almeno 4 anni fa parte dei cosiddetti Irriducibili il fronte più attivo degli ultras laziali. Lei insieme ad altri due uomini sono stati denunciati per violenza e resistenza a pubblico ufficiale mentre una quarta persona, Simone D., classe 1985, è stato arrestato per gli scontri e processato ieri per direttissima. A tutti sarà imposto così come deciso dalla Questura di Roma il Daspo.
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LE INDAGINI
Negli uffici di via di San Vitale, intanto, gli agenti stanno passando al setaccio tutti i filmati ripresi dalla Scientifica per ricostruire con precisioni le violenze della scorsa notte. I primi sassi a cui sono seguite poi finanche le bombe carta sono stati lanciati poco dopo la mezzanotte.
In piazza c'erano circa 2.500 persone che si erano date appuntamento a piazza della Libertà per celebrare il compleanno della Lazio. Dalla folla si sono staccati all'incirca 200 tifosi che hanno puntato contro gli agenti del reparto Mobile. Scene da guerriglia urbana hanno squarciato la tranquillità di una strada borghese e commerciale per oltre due ore con cassonetti riversi in terra e dati persino alle fiamme. Alla fine sono partite le cariche di alleggerimento con l'uso dei fumogeni e dell'idrante da parte degli agenti. Tra loro, 8 sono rimasti feriti durante gli scontri: contusi ma non in modo grave con prognosi che vanno dai 4 ai 20 giorni. Le indagini, affidate alla Digos di Roma e guidate dal dirigente Giampietro Lionetti che ha parlato di «inaccettabile violenza», hanno escluso per il momento che nel gruppo degli aggressori ci fossero i volti storici degli ultras laziali.
IL GRUPPO
L'assenza nella piazza anche di quello che viene considerato il capo degli Irriducibili Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik dà il peso di quale sia il blocco degli ultras che ha seminato la violenza. Ovvero un gruppo di ragazzi più giovani che, a volto coperto e incappucciati, hanno inscenato quella che per le autorità è una provocazione pianificata dopo i tanti provvedimenti tra cui i Daspo inferti ai tifosi laziali nell'ultimo anno. Una sorta di avvertimento per ricordare, proprio alle autorità, l'esistenza di una tifoseria reazionaria e violenta. Per il presidente della Lazio, Claudio Lotito, gli scontri di martedì notte sono stati compiuti da alcuni cani-sciolti. Sul caso, comunque, la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta ipotizzando i reati di violenza privata, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Il procedimento è coordinato dal procuratore aggiunto Francesco Caporale.
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Il Gazzettino