Non si placa la bufera sul viceministro dell'Economia Laura Castelli, bersaglio di attacchi e insulti per aver detto, ieri, in un'intervista al Tg2, che «se i...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE Franca Leosini: «Colpa delle donne che non mollano il marito al primo ceffone», è bufera
«Da ieri ricevo questo genere di insulti, che lascio giudicare a voi», scrive su Facebook la Castelli, postando alcuni esempi di offese e insulti ricevuti sui social. Ma aggiunge: «Andiamo avanti» «Un attacco, senza precedenti - continua - alimentato da una campagna di disinformazione montata ad arte da quella parte di opposizione che racconta di voler collaborare, ma preferisce falsificare le mie parole, piuttosto che favorire un dibattito positivo di confronto economico e politico su un tema estremamente importante come quello del sostegno alle imprese che si vogliono innovare, cosa di cui ho realmente parlato».
E prosegue: «Questo becero modo di interpretare la politica fa molto più male al Paese, generando tensioni sociali, di quanto faccia male a me e alle persone che mi stanno accanto.
In difesa della Castelli scende anche il capo politico M5S Vito Crimi: «Siamo senza parole. È l'ennesima dimostrazione di quanto irresponsabile e priva di professionalità sia una fetta rilevante della gran cassa mediatica italiana. Forza Laura, il MoVimento 5 Stelle è con te. Andiamo avanti», scrive su twitter pubblicando anche lui una serie di insulti social al viceministro e sottolineando come una «politica becera» si stia muovendo «con il solo obiettivo di scatenare reazioni scoordinate contro la nostra viceministra».
Questa invece la lettera aperta alla Castelli di 50mila ristoratori, tra i quali Gianfranco Vissani: «Se si sbagliano i tempi ed i modi si fa danno. Questi scivoloni televisivi mettono alla gogna mediatica un intero comparto. Ci hanno dato dei pigri, dei rivoluzionari, multati e adesso anche degli incapaci. Tutti questi appellativi non appartengono alla nostra categoria che rappresenta un'importante colonna economica italiana (13% del Pil)». «Non abbiamo bisogno - aggiungono - di aiuti per cambiare modo di fare le nostre attività: non si risolve il problema della crisi da lockdown per la pandemia invitando aziende non convertibili a convertirsi in altro. In questo momento , abbiamo bisogno che turismo e mobilità torni a vivere nelle nostre vie. Abbiamo chiesto aiuti concreti e sufficienti a salvaguardare le nostre attività, disposti a farci carico di ulteriori indebitamenti non voluti e non previsti che toglieranno altri anni nostra volontà di crescita, sviluppo ed innovazione».
Dopo il lockdown, secondo gli imprenditori della ristorazione, non aiutano gli incentivi al lavoro agile. «Ci volete vedere mangiare tutti davanti al Pc in smartworking? Senza lavoratori, senza studenti, senza turisti migliaia di alberghi, musei e pubblici esercizi a breve abbasseranno le proprie serrande per non rialzarle più. Abbiamo bisogno - è l'appello - che portiate a termine le vostre promesse poi parleremo se vorrete della Ristorazione 4.0.». «I ristoratori non hanno mai chiesto clienti al governo, hanno chiesto sostenibilità per le riaperture» sottolineano nella nota congiunta Gianfranco Vissani con Treviso Imprese Unite, Ristoratori Milanesi, Associazione ristoratori valle Camonica e Associazione pubblici esercizi alta valle Camonica, Associazione ristoratori Gussago Franciacorta, Associazione Palazzolese Enogastronomica, Movimento impresa Lombardia Liguria Riparte, Ristoratori Emilia Romagna, Ristoratori Toscana, Futuro Ho.re.ca Pisa, RistorItalia, Horeca Ciociaria, Associazione Commercianti per Salerno, Movimento Impresa Puglia, A.I.O.S., ARTHoB. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino