A Francesco Sicignano, il pensionato di Vaprio d'Adda, nel Milanese, che nell'ottobre del 2015 sparò ed uccise un ladro albanese e la cui posizione di indagato per...
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Nel provvedimento il gip, che ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dai pm Alberto Nobili e Antonio Pastore, dispone, infatti, il «dissequestro e la restituzione» a Sicignano della «pistola Revolver» e dei proiettili, ad esclusione di quelli «esplosi che devono essere confiscati e distrutti», e trasmette gli atti «alla competente Autorità Amministrativa per la previa verifica della sussistenza e/o permanenza dei requisiti per la regolare detenzione delle armi e munizioni». Nell'atto il gip conferma quanto avevano evidenziato le complesse indagini della Procura, ossia che Sicignano sparò al ladro quando era già entrato nell'abitazione e si trovava in cucina. Il giudice mette in luce che l'albanese di 22 anni, Gjergi Gjonj, che non era armato, si avvicinò al pensionato e con «tale azione» in un «contesto» di «intrusione domiciliare notturna» ha «sicuramente e indubbiamente fatto sorgere» nel 67enne «il concreto timore di un'imminente aggressione», considerato anche che le «urla di Sicignano non hanno avuto alcun effetto deterrente sull'azione del Gjonj che ha continuato ad avvicinarsi». Per questo motivo il pensionato, spiega il gip, è stato indotto «a reagire, nella frazione di pochi secondi, nell'unico modo, in quel momento, possibile, stante l'inattuabilità di un'altra condotta meno lesiva o alternativa, tenuto conto della irrealizzabilità di una fuga».
La reazione di Sicignano, precisa il gip, non è stata «messa in atto come difesa anticipata e preventiva», ma è stata giustificata da un «concreto pericolo d'aggressione».
Il Gazzettino